La burocrazia criminale che deporta i bambini

Quale bambino non resterebbe permanentemente sconvolto e segnato a vita da una violenza di questo tipo? Di violenza si tratta

La burocrazia criminale che deporta i bambini
00:00 00:00

Gentile Direttore Feltri,

Le scrivo a proposito di quel povero bambino di quattro anni che dopo essere stato dato in affido a una famiglia fin dalla nascita (famiglia che ora vorrebbe adottarlo) viene brutalmente strappato agli affidatari e dato in adozione a un'altra

famiglia.

Io penso che dovrebbe intervenire il Presidente Mattarella che presiede anche il Csm!!!

Molti cordiali saluti.

Gianluca Delucchi

Caro Gianluca,

non posso non esprimere sconcerto e profonda pena per le sorti non soltanto di quel bambino di cui tu scrivi, Luca, ma anche dei genitori affidatari, i quali lo hanno allevato con amore e tenerezza fin dai suoi primissimi giorni di vita e ai quali il piccolo, che era stato affidato alle loro premure solo per sei mesi che poi sono divenuti quattro anni, è stato all'improvviso strappato via, su decisione di un tribunale che non ha tenuto conto - mi preme e mi addolora puntualizzarlo - del benessere del pargoletto dando priorità alla burocrazia, che di fatto ha trionfato persino sul buonsenso. È la morte della civiltà.

Questa coppia, il cui comportamento è stato impeccabile e che si è rivelata essere in grado di provvedere e crescere il bimbo in maniera egregia, ha avanzato una richiesta di adozione, ma Luca è stato dato in adozione ad un'altra famiglia. Ciò significa - e questo fa rabbrividire - che Luca è stato deportato dalla sua casa, allontanato dai suoi, e portato, dall'oggi al domani, in un altro ambiente, tra visi sconosciuti, in un luogo in cui nulla

gli risulta conosciuto e sicuro, pur essendo, e non lo dubitiamo, i genitori adottivi bravissime persone. Sta di fatto che si realizza in questo modo un trauma irreparabile, una ferita dell'anima, della psiche. Quale bambino non resterebbe permanentemente sconvolto e segnato a vita da una violenza di questo tipo?

Di violenza si tratta. E ad infliggerla è stato un tribunale, ossia quella istituzione che avrebbe dovuto semmai garantire il bene del minore, salvaguardarlo. E il bene del minore - ci arriverebbe anche un perfetto idiota - è permanere nelle sua abitazione natale, rimanere con i suoi genitori, ovvero con quel babbo e quella mamma, riconosciuti da Luca come tali, con i quali questi ha vissuto ogni giorno della sua esistenza da quando è venuto al mondo, che gli hanno cambiato i pannolini, lo hanno lavato, coccolato, cullato, fatto addormentare, nutrito, festeggiato, amato, protetto, accudito, curato. Anche per un adulto è uno choc essere estirpato dal suo habitat e condotto altrove, figuriamoci per un cucciolo di essere umano, che non dispone degli strumenti per comprendere quello che gli sta accadendo.

Pensiamo per un attimo alla sua confusione, alla sua paura, anzi al suo terrore, al senso di abbandono che inevitabilmente starà provando e che inciderà sulla sua psiche, sulla sua affettività, sulla sua maniera di relazionarsi, sul suo equilibrio e sulla sua evoluzione.

Gianluca, il danno è già compiuto. Tuttavia, si può ancora salvare il salvabile.

Che i cavilli e gli intoppi burocratici vengano allora superati, che vinca il buonsenso, che prevalga il senso di umanità su una legge che, allorché viene applicata senza cuore, senza discernimento, senza pietà, allora non produce giustizia bensì il suo esatto opposto.

Riportiamo Luca a casa. Restituiamo a Luca i suoi genitori e a questi genitori il loro bambino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica