
Il Vinitaly 2025 concluso qualche giorno fa a Verona Fiere è stato come sempre un momento di confronto tra tutti gli attori di un settore che sta affrontando sfide importanti, che vanno dalla minaccia dei dazi che potrebbero mettere a repentaglio il maggiore mercato dell’export vinicolo italiano alle norme del codice della strada che stanno abbattendo i consumi soprattutto nel fuori casa alle preoccupazioni sempre presenti per la salute. Ombre che non possono far dimenticare che il vino non è solo un prodotto del made in Italy agroalimentare che ha il suo peso nella bilancia commerciale, ma anche e soprattutto il testimone e il veicolo di una cultura secolare fatta di tradizioni familiari, radicamento nel territorio, socialità e donne e uomini. Per questo preferiamo raccontare ancora il vino che sarà nei nostri bicchieri prossimamente attraverso il racconto dei nostri assaggi a Veronafiere, suddividendo come sempre le etichette da noi scoperte per tipologia. Partiremo con le bollicine, seguitando poi, nei prossimi giorni, con bianchi, rosati e rossi. Buon viaggio
Ca’ Rovere Cuvée del Fondatore

Siamo nei Colli Berici dove la famiglia Biasin gestisce questa azienda di trenta ettari specializzata in spumanti metodo classico di grande eleganza anche grazie alla mineralità garantita da un sottosuolo di origine marina: lì infatti milioni di anni fa c’era il mare. Tra le varie etichette assaggiate scegliamo quella che è la cuvée più prestigiosa dell’azienda, un blend di Chardonnay e Garganega che nell’annata 2013 da noi assaggiata mostra profumi intensi di mela verde, agrumi, miele, una scia balsamica e un finale di pasticceria, e che in bocca esibisce una spuma elegante e una pienezza e complessità. Un grande vino dal piccolo prezzo, appena 36 euro per un vino che trascorre ben 108 mesi sui lieviti.
Masottina ViaVenti Prosecco Doc Treviso

Torniamo nel Prosecco con questa azienda di famiglia con 75 anni di vita e 370 ettari di vigneti e una cantina tecnologica in cui viene sfruttata la gravità. Il ViaVenti (nome che si ispira al modo in cui viene affettuosamente chiamata via XX Settembre al centro di Conegliano) è una nuova etichetta, un Treviso Doc dosaggio zero (ovvero senza zuccheri aggiunti). La lunga fermentazione, che permette di arrivare a meno di 1 g/l di zucchero, lo rende pulito e fresco. Ha note fruttate di mela verde, pera e agrumi che lasciano spazio a sfumature floreali di acacia e glicine. In bocca è equilibrato e vibrante, fresco e sapido.
Mionetto Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive di Santo Stefano Millesimato Brut

Da una delle aziende leader del Prosecco un prodotto piacevole ed elegante, di grande personalità che rappresenta al meglio lo stile italiano anche grazie a una bottiglia satinata e sinuosa estremamente “cool”. Il contenuto è un vino dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, profumi di mela, di pera, di agrumi, di mandorla e in bocca equilibratissimo tra la parte fresca e la parte zuccherina di 7 grammi litro.
Castello Bonomi Franciacorta Cruperdu Extra Brut Grande Annata 2016

Appartenente al gruppo veneto Casa Paladin, questa tenuta in Franciacorta ha una storia lunga che trova il suo punto di snodo nel 1985, quando Marino Bonomi fonda la Tenuta Castellino ristrutturando il castello e l’antico arsenale adibito a cantina e rimettendo in attività la vigna. Poi un giorno l’enologo Luigi Bersini scopre un vecchio vigneto che dà vita al CruPerdu, di cui abbiamo assaggiato la straordinaria annata 2016: uve Chardonnay (70 per cento) e Pinot Nero (30), 72 mesi sui lieviti, un naso tropicale e agrumato, una bocca sontuosa e armoniosa.
Ruggeri Ladaltempo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut 2017

Ancora Veneto (promettiamo che le prossime puntate saranno più equilibrate da un punto di vista geografico) ma che Veneto! La cantina di Valdobbiadene celebra i suoi 75 anni con questo vino alla sua edizione n° 1 che vuole essere la più alta espressione del Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. L’idea è quella di esplorare i confini della longevità del migliore Prosecco con una lenta rifermentazione in autoclave per circa 60 mesi: il naso è ricchissimo e va dai fiori primaverili alla frutta fresca e caramellata fino alla vaniglia. In bocca è cremoso ed equilibrato. Insomma, sfida del tempo vinta.
Montelvini ProDry

Uno dei temi forti del Vinitaly 2025 sono stati i cosiddetti vini No/Lo, con poco alcol o senza. Montelvini, dinamico gruppo con sede a Venegazzù, piccola frazione di Volpago del Montello (Treviso), nel cuore della Docg Asolo Montello, tra le aziende più moderne dell’intera area di produzione del Prosecco. L’azienda della famiglia Serena ha portato a Verona il ProDry, un vino a basso contenuto alcolico nel formato da 20 litri, servito alla spina. Un’innovazione che risponde alle tendenze di un mercato in cui i consumatori, in particolare i giovani, ricercano alternative low alcohol, ideali per un consumo moderato, senza compromessi su qualità e sostenibilità.
“Offrire un’alternativa a basso tenore alcolico – dicono Alberto e Sarah serena, rispettivamente ceo e dirttore generale di Montelvini - ci permette non solo di ampliare la nostra proposta, ma anche di dialogare con un pubblico più ampio, mantenendo intatti i valori di autenticità e territorialità che da sempre caratterizzano i nostri vini”. Ha 8 gradi alcolici ed è piacevole e beverino, può diventare il compagno di serate moderate ma non per questo tristi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.