
Quest'anno sono diciassette anni che il magistrato Valerio de Gioia difende le donne, e da febbraio del 2024 lo può fare da un punto privilegiato in qualità di Consulente giuridico della Commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sul femminicidio. A 25 anni ha vinto il concorso, assegnato a una cosiddetta «sede disagiata» in Calabria. Poi nel 2008 il trasferimento a Roma, Prima sezione penale, specializzata in fasce deboli. «L'anno dopo è quello della svolta: il legislatore introduce il reato di stalking e potenzia altre categorie di reati, come i maltrattamenti in famiglia, ai quali si aggiungeranno, il revenge porn e l'omicidio di identità».
Su cosa sta lavorando ora la Commissione?
«La Commissione ha approvato all'unanimità una relazione prodromica alla adozione di un Testo Unico contro la violenza di genere. Oggi la frammentazione disorienta, Codice Rosso, legge Roccella, dobbiamo invece puntare su un solo testo».
È migliorata la situazione delle donne?
«Si è migliorata anche per effetto di questi interventi legislativi e di una maggiore consapevolezza. C'è stata una riduzione del numero di femminicidi e un aumento di denunce dei cosiddetti reati spia».
Maggiori denunce non devono preoccuparci?
«No. È il risultato di una rinnovata fiducia nelle istituzioni che porta le donne e le ragazze a denunciare».
Quali sono i motivi per cui le donne hanno ancora paura di denunciare?
«Tra i motivi c'è quello economico. Senza autonomia e con dei figli è difficile divincolarsi da una situazione maltrattante. Il Governo ha incrementato i fondi del reddito di libertà ed esteso l'assegno di inclusione alle vittime certificate di violenza di genere. La violenza economica è un tema che la Commissione sta portando alla luce. Intanto le posso dire che stanno emergendo dati impressionanti».
Faccia un esempio.
«Il 42 per cento delle donne nel 2025 non ha ancora un conto corrente».
Si è parlato tanto di braccialetti elettronici che non funzionano. È cambiato qualcosa?
«Si fortunatamente i problemi sono stati risolti. All'inizio c'è stato un eccessivo ricorso a questa modalità esecutiva della misura cautelare».
Il femminicidio punito con l'ergastolo. Era necessario?
«La nuova norma colma una lacuna legislativa che non prevede l'ergastolo nel caso di uccisione della ex coniuge o dell'ex fidanzata. Finora occorreva combinare la norma sull'omicidio con un'aggravante, ad esempio la premeditazione, come è stato fatto con il delitto di Giulia Cecchettin».
In Europa qual è il Paese più avanzato a livello legislativo?
«La Spagna. È dal 2004 che il Paese si è dotato di un Testo Unico».
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