
I punti chiave
Fino a ieri l’associazione Sentebale era quasi una sorta di “sinonimo” del principe Harry. Nominare uno sottintendeva l’altro, come se entrambi fossero legati da un rapporto inscindibile. Il duca di Sussex, del resto, fondò l’associazione nel 2006, insieme al principe Seeiso del Lesotho per aiutare i più bisognosi. Questa catena di solidarietà, però, sembra essersi irrimediabilmente spezzata a causa di un conflitto interno all’ente.
“Ci dimettiamo”
“A malincuore ci dimettiamo dai nostri ruoli di patroni dell’organizzazione” Sentebale, hanno dichiarato in una nota congiunta il principe Harry e il principe Seeiso del Lesotho, citati da Sky.com e da The Times. Harry e Seeiso hanno fondato l’ente benefico nel 2006, per offrire aiuto ai poveri, a quanti hanno contratto l’HIV e ai malati di AIDS, come ribadito nella nota: “Quasi venti anni fa abbiamo fondato Sentebale in onore delle nostre madri. Sentebale significa non-ti-scordar-di-me in sesotho”, ovvero la lingua parlata nel Lesotho “ed è ciò che abbiamo promesso ai giovani che abbiamo servito attraverso questa charity”.
Il duca di Sussex avrebbe iniziato a concepire il progetto di Sentebale nel 2004, quando trascorse un anno sabbatico proprio nel Lesotho, venendo a contatto con le difficili condizioni di vita di molti abitanti del Paese. Ora tutto sembra compromesso a causa di una faida interna di cui ancora non sono chiari tutti i particolari. Nel comunicato i principi hanno chiarito di aver preso la decisione “in supporto e come [gesto] di solidarietà nei confronti del consiglio di amministrazione, che ha dovuto fare lo stesso. È devastante che il rapporto tra gli amministratori e la presidente si sia infranto irrimediabilmente, creando una situazione insostenibile”. Harry e Seeiso hanno anche sottolineato di “non aver fatto una scelta volontaria”, ma di essersi “sentiti costretti per prenderci cura dell’ente di beneficenza”.
Il loro comunicato si riferirebbe a due eventi scatenanti: il primo sarebbe l’arrivo nell’associazione di Sophie Chandauka, avvocatessa originaria dello Zimbabwe, la cui nomina a presidente, nel 2023, sarebbe stata osteggiata da alcuni membri del consiglio di amministrazione. Il secondo, invece, avrebbe a che vedere con il presunto “spostamento delle raccolte fondi in Africa”, mossa che avrebbe portato molti personaggi di spicco di Sentebale a dimettersi.
“Bullismo e misoginia”
La presidentessa Chandauka avrebbe rifiutato di dimettersi e in una nota, riportata da Sky.com, ha affermato: “Per me questo non è un progetto pretenzioso che posso abbandonare quando mi vengono chieste spiegazioni”. Sono, però, le frasi successive a fare ancora più rumore: “Ci sono persone in questo mondo che si comportano come se fossero al di sopra della Legge, maltrattano le persone e poi giocano la carta del vittimismo e usano la stampa che disprezzano per danneggiare le persone che hanno il coraggio di sfidare la loro condotta”.
Non è chiaro a chi si riferiscano esattamente queste parole. La Chandauka ha poi rincarato la dose, aggiungendo che questa sarebbe “la storia di una donna che ha osato denunciare problemi di cattiva amministrazione, gestione debole, abuso di potere, bullismo, molestie, misoginia, misoginia verso le donne di colore…”.
Accuse gravissime, tutte da chiarire e verificare, che potrebbero creare una crisi irrimediabile all’interno di Sentebale. La presidentessa, come rivelato da Agi.it, ha portato la vicenda di fronte all’Alta Corte di Londra, scatenando la reazione del consiglio di amministrazione e dei principi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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