Avio fa tilt, pesano le supercommesse

Ordini in coda per 1,7 miliardi. Carenza di forniture per la partecipata di Leonardo

Avio fa tilt, pesano le supercommesse
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Grana per Avio sugli ordini arretrati. L'azienda aerospaziale italiana, che opera anche nella Difesa ed è partecipata al 29,63% da Leonardo, ha chiuso il 2024 con ordini record a 1,7 miliardi, ma la domanda fa fatica ad essere evasa e in coda ci sono 1,28 miliardi di euro di commesse nelle attività spaziali e 429 milioni nella Difesa.

Il dato è emerso alla Star Conference di Milano dagli incontri tra il management e gli investitori e definisce per l'azienda un problema di execution, quella che in gergo tecnico definisce la realizzazione di una commessa che trasformi un ordine in una vendita. E se questo al momento non compromette lo sviluppo industriale e commerciale del gruppo, ne limita comunque la marginalità nel breve medio termine.

L'alert per Avio riguarda la necessità di mettere in pratica un rapido rafforzamento della catena di fornitura in modo da poter eseguire l'arretrato esistente.

A questo scopo, l'azienda ha chiesto alcuni fondi all'Esa, l'Agenzia spaziale europea, per iniziare un piano di sviluppo e potenziamento interno che secondo gli analisti di Banca Akros implicherà «l'insourcing di M&A (l'internalizzazione di nuove società di componentistica, ndr) più che una crescita per linee esterne».

Un percorso che interessa in particolare il settore spaziale, visto che nella Difesa «l'azienda sta attualmente utilizzando circa il 50% della sua capacità produttiva esistente, e i volumi attuali possono essere facilmente quadruplicati con solo poche decine di milioni di investimenti», spiegano gli analisti.

Pur in un contesto di forte sviluppo (Difesa e Spazio sono due settori centrali del piano europeo di riarmo), la questione arretrati al momento mette in discussione l'evoluzione della redditività 2025-2029. Gli analisti ipotizzano che «il margine ebitda delle attività spaziali si evolverà dal 6% al 7,5% e quello delle attività di Difesa dall'11,5% al 18 percento. Ipotesi che sembrano prudenti rispetto agli anni di picco 2019-2021 in cui è stato ipotizzato che lo Spazio avrebbe raggiunto un margine ebitda intorno al 10-12 percento».

Ciò è ancora più vero se consideriamo che ora Avio è l'unico operatore di lancio e fornitore del Vega-C (il razzo europeo), un ruolo che dovrebbe implicare una maggiore redditività e volumi progressivamente più alti nella produzione spaziale (da circa 8 razzi all'anno nel 2024 a circa 35 razzi entro il 2027/2028).

La società aerospaziale italiana guidata da Giulio Ranzo opera nel settore militare attraverso la divisione propulsione per la difesa, producendo il booster per i missili, ad oggi solo per l'europea Mbda (joint venture che include Leonardo con il 25% e BAE/Airbus con il 37,5%)

Il 2024 si è chiuso con un portafoglio ordini di 1,72 miliardi, in crescita del 26,9%.

Il merito è dei nuovi contratti raccolti a fine anno con l'Esa per un controvalore complessivo di circa 350 milioni di euro, relativi allo sviluppo del nuovo lanciatore Vega E ed all'aggiornamento dell'infrastruttura a terra per il Vega C, finalizzato ad aumentare la cadenza di lancio.

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