Francia, record di affluenza: alle 17 ha votato il 59,71%. Mai così dal 1981

Urne ancora aperte per il ballottaggio:ma gli instant poll frenano l'ascesa dei lepenisti. Affluenza finale prevista al 67/67,5%

Francia, record di affluenza: alle 17 ha votato il 59,71%. Mai così dal 1981
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La Francia torna alle urne. Secondo le cifre comunicate dal ministero dell'Interno, alle 17.00 aveva votato il 59,71% degli elettori. Al primo turno alla stessa ora aveva votato il 59,39%. Una partecipazione che segna il record dal 1981, quando alle 17.00 aveva votato il 61,4%. Record anche a mezzogiorno, con un'affluenza al 26,63%. Un dato in forte aumento rispetto al 2022, quando raggiunse il 18,99%: si deve risalire alle elezioni legislative del 1981 per avere un'affluenza alle 12 più alta al ballottaggio, allora fu del 28,3%. Al primo turno del 30 giugno l'affluenza era stata del 25,90% alle 12 e del 66,71% quella generale, un livello che, riporta Bfmtv, non si vedeva dall'ultimo scioglimento dell'Assemblea nazionale nel 1997.

Cosa dicono gli instant poll

Presente all'Eliseo a partire dalle 18 per seguire la serata elettorale, il presidente francese Emmanuel Macron - che ha votato nel Pas-de-Calais assieme alla moglie Brigitte - potrebbe intervenire dopo l'annuncio dell'esito del voto. Lo scrive Bfmtv.

Nessuna maggioranza assoluta per il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Stando ai primissimi instant poll a urne aperte che arrivano dagli istituti di sondaggi francesi e che Affaritaliani.it ha avuto modo di visionare, la destra francese dovrebbe fermarsi complessivamente tra i 205 e i 225 seggi all'Assemblea nazionale di Parigi. La maggioranza assoluta è di 289 seggi su un totale di 577.

Il Nuovo fronte popolare di sinistra, grazie alla desistenza in molti collegi elettorali con Ensemble del presidente Emmanuel Macron, viene accreditato tra 190 e 210 seggi, mentre il partito del presidente si dovrebbe fermare tra 140 e 160. Nessun risultato, a parte quelli relativi alle astensioni, potrà essere comunicato prima della chiusura dell'ultimo seggio elettorale alle ore 20, pena una multa di 75 mila euro. I risultati ufficiali definitivi saranno annunciati successivamente dal Consiglio costituzionale.

I seggi in palio

I seggi hanno aperto ovunque alle 8, ma chiuderanno a orari diversi: in alcune grandi città l'orario di chiusura può infatti essere posticipato dalle 18 alle 19 o alle 20. L'unica eccezione fatta per l'orario di avvio delle operazioni di voto riguarda diverse città del dipartimento dell'Aube, dove si può votare a partire dalle 7, per il passaggio del Tour de France. A causa della forte polarizzazione politica, la giornata di oggi è da considerarsi ad "alto rischio violenza", ha avvertito il ministro dell'Interno, Gèrald Darmanin, che ha predisposto il dispiegamento di 30 mila agenti di polizia e gendarmi, di cui 5 mila a Parigi e nelle banlieue. Per cercare di contrastare possibili disordini quando i risultati verranno diffusi sarà vietato ogni tipo di raduno. Oltre a Parigi, le città più a rischio caos secondo il ministero dell'Interno sono Lione, Rennes e Nantes.

I 501 seggi ancora in palio al ballottaggio verranno assegnati nel corso di 409 sfide a 2, 90 triangolari e una quadrangolare. Questi i numeri della tornata elettorale che porterà alla scelta di 501 eletti. In Guyana, un solo candidato resta in lizza, dopo il ritiro dell'avversario. L'unica sfida a 4 si consumerà in Vandea. Quell'altra, prevista nell'ottava circoscrizione del Rhone, non avrà luogo dopo l'uscita di scena del candidato presidenziale, che si è ritirato mercoledì.

Alcuni esponenti politici hanno già votato: Francois Hollande a Tulle in Corrèze, Gabriel Attal (candidato alla rielezione in Hauts-de-Seine) a Vanves, l'ex primo ministro Edouard Philippe nella sua città natale di Le Havre in Seine-Maritime, l'ex capo del governo Elisabeth Borne a Vire in Calvados, Eric Ciotti, che si è arruolato nel Rn, a Nizza.

La vittoria di Tjibaou in Nuova Caledonia

Emmanuel Tjibaou, uno dei figli dell'emblematico leader Kanak assassinato nel 1989, è diventato oggi il primo deputato pro-indipendenza dal 1986 eletto in Nuova Caledonia, scossa da violenze da metà maggio, secondo i risultati dell'Alto Commissariato francese. L'affluenza alle urne è stata ancora una volta molto alta, con il 71,35% in tutto l'arcipelago del Pacifico meridionale, rispetto all'appena 45,15% del secondo turno del 2022. Al primo turno, nella seconda circoscrizione, Emmanuel Tjibaou si era imposto con il 44% dei voti, davanti al lealista Alcide Ponga. Si prevede che prenderà posto all'Assemblea come uno dei deputati sostenuti dal Nuovo Fronte Popolare (PNF).

Novizio della politica, Emmanuel Tjibaou si è candidato per la prima volta senza essere stato ufficialmente appoggiato dal Front de libèration nationale kanak et socialiste (FLNKS), ma con il sostegno di tutte le sue componenti. Il 48enne è figlio dell'emblematico leader kanak Jean-Marie Tjibaou, assassinato nel 1989, e fratello di Joel Tjibaou, incriminato e messo in custodia cautelare a giugno per il suo presunto ruolo nei disordini in Nuova Caledonia.

Nella prima circoscrizione elettorale della Nuova Caledonia, il deputato lealista Nicolas Metzdorf (varie destre), che è stato relatore del progetto di legge costituzionale sulla liberazione dell'elettorato, il cui esame in Assemblea ha scatenato le violenze sull'isola, ha vinto con il 52,41% dei voti.

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