![Bavaglio e atti violenti. Così i negazionisti oltraggiano le vittime](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/11/1739251632-aztwujoc0mzhzbpw103y-mianews.jpeg?_=1739251632)
Oltre alle cerimonie istituzionali, alle deposizioni di fiori per ricordare le vittime delle foibe, alle iniziative in memoria dell'esodo giuliano dalmata, ieri è andato in scena un altro Giorno del ricordo, che potremmo ribattezzare giornata della vergogna. Quanto avvenuto in varie città italiane è infatti un vero e proprio insulto alla memoria dei martiri delle foibe tra bandiere titine, eventi boicottati, slogan revisionisti.
A tenere banco è quanto avvenuto domenica sera a Bologna dove Gioventù Nazionale ha organizzato un corteo in memoria delle vittime delle foibe arrivando fino a Palazzo d'Accursio (sede del Comune) e deponendo all'esterno una corona di fiori. Per evitare che venisse vandalizzata dai collettivi presenti in un contro corteo, due consiglieri comunali di Fratelli d'Italia hanno portato la corona all'interno del cortile del Comune, un gesto che ha scatenato la reazione del sindaco Matteo Lepore che ha accusato il deputato Galeazzo Bignami e l'europarlamentare Stefano Cavedagna di essere «facilitatori» minacciando di «sporgere denuncia per l'accaduto».
Ad essere denunciato per diffamazione è stato invece il sindaco, da parte di Bignami che spiega: «Lepore continua a sostenere che avrei contribuito a un presunto ingresso abusivo in una sede comunale. L'oggettiva falsità di tali affermazioni è comprovata da testimoni». Anche Cavedagna ha sporto denuncia, precisando al Giornale: «Nessun corteo è entrato nel Comune come dice Lepore nonostante fossimo autorizzati ma due consiglieri comunali per lasciare la corona dentro il cortile peraltro suonando il campanello» e la questura di Bologna in una nota ha affermato che l'ordinanza sulla manifestazione è stata inviata al comando della polizia locale. Mentre si svolgeva il corteo di Gioventù Nazionale, i collettivi manifestavano con fumogeni e petardi sventolando bandiere con la falce e martello e addirittura una bandiera jugoslava con la stella titina. Su quanto accaduto a Bologna è intervenuto anche il vice premier Matteo Salvini: «Martiri fascisti, Comunismo unica alternativa. A Bologna insulti e odio contro le vittime delle Foibe alla vigilia del Giorno del Ricordo. Non c'è molto da dire: fate schifo».
Gli stessi collettivi Osa e Cambiare Rotta hanno promosso ieri nelle scuole il «muro antifascista» distribuendo volantini in cui definiscono i morti nelle foibe «un'invenzione storiografica atta a delegittimare la Resistenza partigiana Jugoslava». A Roma hanno impedito lo svolgimento di una conferenza all'Istituto Rossellini con il senatore Roberto Menia (promotore della legge che ha istituito il Giorno del ricordo) sostenendo che il rinvio dell'iniziativa sia «una grande vittoria degli studenti antifascisti che si sono mobilitati contro il senatore Menia fino a cacciarlo, con i fascisti non si dialoga e non si può lasciare che facciano propaganda e revisionismo storico dentro le mura scolastiche».
Su quanto accaduto è intervenuto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara esprimendo «profondo» disappunto: «Sarebbe molto grave se a un rappresentante del Parlamento italiano, presentatore del disegno di legge che ha istituito la giornata del Ricordo, non fosse consentito di parlare in una scuola italiana, dopo essere stato regolarmente invitato da alcune componenti scolastiche nel rispetto delle norme vigenti. Auspico che l'evento possa essere al più presto ripristinato. Come Ministero, ci adopereremo sempre per garantire che la scuola rimanga un luogo di libero confronto».
Sempre ieri a Settimo milanese è stata vandalizzata la sede di Fdi mentre a Torino da un balcone del Campus universitario Einaudi è comparso uno striscione con scritto: «con la resistenza jugoslava» con il
simbolo di falce e martello. In tutta Italia sono stati numerosi i tentativi di sminuire la tragedia delle foibe come in Ciociaria dove il Collettivo Ceccano 2030 ha parlato di un «fatto storico accaduto, sì, ma circoscritto».
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