Che schifo l’applauso a Elodie, Francamente è un’idiozia e Starmer: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: inizia Sanremo, Trump chiede i soldi all'Ucraina e

Che schifo l’applauso a Elodie, Francamente è un’idiozia e Starmer: quindi, oggi…

- Francamente, un’artista emergente molto attenta ai temi queer e lgbt, invitata a cantare l’inno di Mameli alle final four di Coppa Italia di Volley, aveva intenzione di cambiare l’inno d’Italia perché poco inclusivo. Poco attento ai gay, ai non binari, ai transessuali e ai neri. 
Francamente facciamo fatica a capire. A leggere il testo del canto degli italiani non si capisce dov’è che sarebbe poco inclusivo. La colpa di Goffredo Mameli è quella di non aver infilato una drag Queen con in testa l’elmo di Scipio? Nel 1847? O forse la frase “che schiava di Roma Iddio la creò” appare un tantino patriarcale? O magari, più probabile, oltre ai “fratelli” avrebbe dovuto citare anche le “sorelle” d’Italia? La spiegazione della cantante è talmente incomprensibile che si fa fatica a commentarla e non a caso il video è magicamente scomparso dai suoi social. Quello però che si capisce bene è che considera l’Italia un Paese “razzista”, “omofobo” e che “si riconosce in un Tricolore anacronistico”. Anaronistico. Se questa è l’idea di Paese che si ha, se preferisce “unificarsi sotto una bandiera di pace e inclusività”, forse avrebbe fatto meglio rifiutare la proposta di cantare l’inno di Mameli. Che poi viene da chiedersi: ma non è che “bella ciao, bella ciao, bella ciao”, ripetuto così tante volte, potrebbe essere scambiato per odioso catcalling?

- Se un bambino autistico grave viene rifiutato da 31 scuole di Milano che non vogliono prendersi in carico la sua istruzione, allora il sistema ha fallito. Ha fallito perché negli anni ha assunto migliaia di professori moltiplicando inutilmente le cattedre eppure non trova i soldi, o le forze, per garantire ad un bimbo autistico di seguire le lezioni della scuola dell’obbligo. Vergogna.

- Negli Usa un gruppo di ricchi ragazzi si è riunito per decidere di scendere dalla loro montagna di soldi, rinunciare agli agi e alla loro eredità. Dicono di vivere sentimenti come confusione, senso di colpa, vergogna, risentimento. Spero solo che papi e mami tolgano loro le paghette sin da subito e soprattutto spendano tutti i loro soldi prima di passare a miglior vita. Perché faticare tanto per vedere i propri figli “ridistribuire” la loro ricchezza deve far girare letteralmente le balle.

- Ps: cara mamma e caro papà, se dovessi scoprire di ereditare una grossa somma vi prometto che non mi farò prendere dai sensi di colpa come questi qui.

- Pare che Roberto Vannacci nei prossimi giorni sarà in platea all’Ariston per il festival di Sanremo. Non vedo l’ora. Fatto sta che la Rai ha dovuto precisare di non averlo invitato. Embé? Mica c’ha la scabbia.

- Adoro il vicepresidente Usa J.D. Vance che, sbarcato a Parigi per il summit sull’Ai, ha criticato sì la Cina (diretta concorrente) ma anche l’Ue che non pensa ad altro che a mettere delle regole.

- Enrico Lucci chiede ad Elodie durante la conferenza stampa di Sanremo: “Ma voteresti mai Meloni?”. Lei giustamente risponde: “No”. E poi aggiunge: “Nemmeno se mi tagliassero una mano”. Il che non è elegantissimo, ma pienamente legittimo. Il problema è quello che è accaduto dopo. I giornalisti sentita la battuta di Elodie sapete che hanno fatto? Hanno applaudito. Altri hanno riso. Qualcuno s’è pure lasciato andare ad un yuuuuuu da stadio. La stampa indipendente, capito?

- Papa Francesco ha scritto una lettera ai vescovi Usa criticando le politiche sui migranti di Donald Trump. Chiediamo sommessamente: per caso l’ha spedita anche al laburista Starmer che ha cacciato i migranti allo stesso modo? Oppure a Olaf Scholz che ha “”deportato” 35mila clandestini? Spoiler: no.

- Forse è proprio vero che Bergoglio legge praticamente solo Repubblica. Lì, infatti, di Starmer che spedisce via i migranti e pubblica pure i video spot, proprio come la foto di Trump con le catene, non ce n’è neanche l’ombra.

- Ho letto l’ira di Massimo Mauro sul var nel calcio dopo il gol dell’Inter nato da un errore del guardalinee. Tutto sbagliato. Il problema del VAR non è lo strumento e neppure chi lo fa funzionare, ma il sistema calcio. Perché lo stesso strumento esiste nella pallavolo e nella pallacanestro, ma nessuno si lamenta così. Nel basket l’allenatore se non concorda con l’arbitro ha a disposizione un paio di chiamate per costringere il direttore di gara ad andare a vedere cosa è successo. Quando finisce i bonus, si attacca al cavolo e accetta le decisioni di campo. Nel calcio invece no: scrivono le regole in maniera incomprensibile e alla prima occasione le criticano. Basterebbe poco, cioè basterebbe copiare l’Eurolega. Il Var interviene solo per fuorigioco e rigori; gli allenatori possono chiedere un intervento a tempo. Poi si accetta il giudizio dell’arbitro.

- Bisogna insomma cambiare mentalità.

Come? Iniziando ad espellere a gogo, ma ad iniziare dalle giovanili: chiunque contesti l’arbitro, anche solo per un’inezia, viene cacciato. O il calcio non guarirà mai.

- Trump chiede all’Ucraina in cambio 500 miliardi di euro di terre rare per “ripagare” i debiti di guerra. Severo, ma giusto: un modo per costringere l’Ucraina a trattare.

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