![Il fastidio che è meglio non sottovalutare](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/05/1738730727-online-marketing-higeoqjs-ie-unsplash.jpg?_=1738730727)
Quando si infiammano e si gonfiano si fanno sentire subito, sono dolorose, possono sanguinare, e quel bruciore persistente, pungente, pruriginoso e pressante proprio lì, a livello dello sfintere anale, condiziona e limita l'attività quotidiana di chiunque sia portatore di una delle patologie meno gravi ma più fastidiose e debilitanti.
Le emorroidi sono una condizione molto comune dopo i 40 anni, e si manifestano in diversi modi, iniziando in modo lieve per poi, se non curate, peggiorare e provocare notevoli fastidi in chi ne soffre, essendo posizionate in una zona molto delicata e sensibile, per il grande numero di terminazioni nervose presenti. Le emorroidi non sono né arterie né vene, ma strutture vascolari miste a tessuto connettivo elastico e a collagene, normalmente presenti in tutti gli individui nel canale ano-rettale, comunicanti nelle donne con il plesso venoso utero-vaginale, e con quello venoso vescicale negli uomini, e tali vasi sanguigni ricevono sangue dal circolo portale del fegato. Il loro compito fisiologico è quello di sostegno e ossigenazione della delicata mucosa e del tessuto muscolare interno del canale rettale, drenando il flusso sanguigno dalle grandi vene addominali, ma soprattutto hanno un ruolo importante nella continenza fecale, riempiendosi di sangue al termine della defecazione, diminuendo la pressione e favorendo la chiusura dello sfintere anale dopo il transito delle feci. Le strutture vascolari emorroidali, a differenza di tutti gli altri vasi sanguigni del corpo, non hanno valvole di contenimento interne, per cui la pressione al loro interno aumenta molte volte durante la giornata, quando per esempio si assume la posizione eretta, o quando aumenta, per qualunque motivo, la pressione addominale, per cui con gli anni tendono inevitabilmente a dilatarsi e perdere la loro elasticità. Quando le strutture di sostegno emorroidario si sfibrano e cedono, viene coinvolta con esse anche la mucosa del retto, che prolassa verso il basso trascinando con sé le vene emorroidarie che si infiammano, si dilatano, fuoriescono dall'ano, provocando tenesmo, dolore e la classica malattia emorroidaria con tutti i suoi sintomi. Chi soffre di stipsi, alla quale si associa un insufficiente rilassamento dello sfintere anale durante la defecazione, oppure durante le gravidanze per il peso del feto e nei parti complicati, ma anche nei soggetti affetti da obesità, e in tutte le condizioni di pressione addominale aumentata, l'insorgere della reazione infiammatoria o ischemica dei vasi emorroidari è molto frequente, anche se gli studi epidemiologici registrano la comparsa di emorroidi sintomatiche in almeno il 50% della popolazione mondiale almeno una volta nella vita, senza distinzione di sesso, ed il picco si verifica tra i 45 e i 65 anni di età, per poi flettere come frequenza. Tali dati però potrebbero essere falsati poiché moltissime persone colpite dal disturbo emorroidario non si fanno visitare, si autodiagnosticano da soli, preferendo l'automedicazione con creme ed unguenti acquistati in farmacia, senza rivelare ad alcuno il problema rettale per pudore, vergogna, imbarazzo, discrezione, ma soprattutto per ignoranza, l'errore più comune.
Va sottolineato infatti, che è sempre il medico quello che deve confermare la diagnosi di malattia emorroidaria, con una visita accurata e il suo occhio clinico, poiché troppe volte il paziente sottovaluta, soprattutto quando la sintomatologia della sfera intima non migliora e non scompare in due tre giorni, che quel disturbo rettale potrebbe essere causato non da semplici emorroidi, ma da ragadi anali, da fistole ano-rettali, da cisti rettali ascessualizzate e molto spesso dal cancro iniziale del retto, tutte patologie altamente curabili e guaribili se riconosciute per tempo. Il sanguinamento delle emorroidi appare sempre rosso vivo al pari di quello del tumore maligno, ma quello emorroidario non è mai abbastanza significativo, anche nei casi più gravi, da causare anemia, in presenza della quale bisogna sempre sospettare l'insorgenza di una neoplasia rettale che generalmente ha come primo sintomo avvertito la flogosi della struttura vascolare del tratto terminale dell'intestino. I sintomi delle emorroidi infiammate dipendono dalla loro localizzazione, se interne non sono visibili, possono fuoriuscire durante l'evacuazione e rientrare spontaneamente, sono indolori e spesso sanguinanti, se esterne invece, ovvero quando fuoriescono dall'ano come protuberanze, non rientrano spontaneamente, restando esteriorizzate, sono molto fastidiose, molto dolorose per il coinvolgimento di tutto il plesso nervoso dello sfintere anale, con la sensazione di bruciore, di stimolo ad evacuazioni ripetute, fino alla perdita di muco e sangue. La sintomatologia emorroidaria raramente comporta un reale rischio per la salute, ma essendo un disturbo comune a molte altre sindromi, incluso il tumore del colon retto, è imperativo che tutti coloro, di età superiore ai 40 anni, che presentino un sanguinamento ano-rettale anche minimo, vengano sottoposti a visita specialistica da un proctologo, per l'ispezione accurata della regione perianale, con l'esplorazione rettale digitale e con una eventuale ano-retto scopia per una conferma diagnostica. Nella maggioranza dei casi le emorroidi tendono a guarire da sole con norme igienico-dietetiche e con l'impiego di farmaci locali ad uso topico, cioè creme, pomate e unguenti a base di cortisone ad azione antinfiammatoria, i più utilizzati in assoluto, i quali, diminuendo il dolore, la contrattura dello sfintere anale e il prurito locale, danno immediato sollievo al paziente e velocizzano la guarigione. Quando invece la patologia è stata trascurata o è molto avanzata si ricorre a tecniche non chirurgiche, come la legatura elastica o l'uso del laser a fibra ottica sul gavocciolo vascolare prolassato, oppure in alternativa ad un vero e proprio intervento chirurgico di emorroidectomia, ovvero l'asportazione delle emorroidi o il loro riposizionamento all'interno del canale anale, agendo a circa tre centimetri sopra l'orifizio anale, dove non ci sono più terminazioni del dolore, per cui la convalescenza sarà meno dolorosa e senza rischio di recidive.
Tra i fattori predisponenti a questa condizione, come la familiarità, lo stile di vita sedentario, le abitudini alimentari o i rapporti sessuali anali frequenti e ripetuti, il fattore di rischio più comune è la presenza di disfunzioni intestinali come la stitichezza e la diarrea cronica, la cattiva igiene ed anche l'abitudine di restare seduti sul water a lungo, più del tempo necessario, esercitando spinte e sforzi eccessivi durante la defecazione, che aumentano la pressione pelvica con conseguente congestione di sangue e indebolimento vascolare locale, condizione questa favorita anche dalla cattiva abitudine di rimandare la defecazione per vari motivi. Inoltre, le diete non equilibrate, povere di fibre e con scarso apporto di acqua, o l'assunzione esagerata di insaccati, cioccolato, spezie, cibi piccanti e alcol, sono fattori favorenti e scatenanti che possono innescare la dilatazione venosa pelvica.
Per tutti i motivi elencati, quando compaiono i sintomi classici della malattia emorroidaria, bisogna vincere reticenze e tabù e farsi visitare dallo specialista proctologo, poiché un intervento terapeutico precoce
aiuterà la guarigione rapida dalla malattia, di qualunque natura essa sia.Ps: in Italia sono oltre 3 milioni i pazienti che soffrono di emorroidi e meno della metà si rivolge ad un medico per la conferma o meno della diagnosi.
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