Il padre del Bosco Verticale e il "maestro" dell'abitare

Gli architetti Boeri e Zucchi sono due big nel loro campo: il primo si candidò anche sindaco a Milano ma fu sconfitto da Pisapia

Il padre del Bosco Verticale e il "maestro" dell'abitare
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Entrambi milanesi, quasi coetanei ma archistar ciascuno a modo suo. Stefano Boeri e Cino Zucchi condividevano le sedute al tavolo della commissione aggiudicatrice del progetto-monstre per la Beic la Biblioteca Europea di informazione e cultura che dovrebbe sorgere nell'ex stazione di Porta Vittoria, a Milano, secondo un'idea che affonda le radici negli anni Novanta e che ha visto nascere prima una Fondazione e poi una biblioteca digitale le cui porte fisiche dovrebbero aprire al pubblico alla fine del prossimo anno.

Il condizionale ora è d'obbligo, ma negli intenti il progetto era una delle grandi opere destinate, negli intenti del sindaco Beppe Sala, a chiudere col botto questo suo secondo complesso mandato. Boeri&Zucchi: così vicini, così lontani. Boeri è un personaggio pubblico e architetto già prestato alla politica (candidato sindaco a Milano per il Pd nel 2010, fu sconfitto da Giuliano Pisapia nella cui giunta entrerà per un anno e mezzo come assessore alla Cultura, prima di una polemica uscita), mentre Cino Zucchi ha inanellato, accanto all'attività di progettazione in studio, una carrellata di docenze nelle università europee ed è professore ordinario al Politecnico di Milano.

Boeri, classe '56, occhiali neri quasi sempre fissi sulla fronte, è uno dei pochi architetti in Italia di cui tutti, ma proprio tutti, conoscono almeno un progetto. Il suo Bosco Verticale, che si è aggiudicato numerosi premi, tra cui l'International Highrise Award 2014 come «miglior grattacielo del mondo», da dieci anni ha colorato di verde lo skyline di Milano e vanta infiniti tentavi di imitazione. Figlio dell'architetta Cini Boeri, fratello dell'economista Tito (l'altro fratello Sandro è giornalista), Stefano Boeri dal 2018 presiede con dedizione la Triennale: proprio ieri, mentre arrivava la notizia della richiesta dei domiciliari, l'istituzione siglava a Riad un accordo importante con la Commissione per i Musei dell'Arabia Saudita per rafforzare la cooperazione culturale tra l'Italia e il Paese arabo.

Già direttore di Domus, la «Bibbia degli architetti», dal 2004 al 2007 poi alla guida, fino al 2010, di Abitare, Boeri ha firmato diversi volumi, tra cui, con Rem Koolhaas e Hans Ulrich Obrist, Mutations, un atlante edito da Actar sulle mutazioni urbane a livello globale. Oltre al celebre Bosco Verticale, sono vari gli interventi di riqualificazione realizzati dal suo studio, tra cui quelli sul porto di Marsiglia e nell'ex Arsenale Militare della Maddalena, in Sardegna, cui si aggiunge il quartier generale di RCS a Milano e progetti in giro per il mondo tra Pechino, Doha, San Paolo.

Cino Zucchi, un anno più grande di Boeri e firma storica di Domus, Casabella e Abitare con numerose partecipazioni alle passate edizioni della Biennale di Architettura di Venezia, si era invece da poco aggiudicato l'importante riqualificazione del Museo Diocesano di Milano, ora in sospeso per irregolarità nel bando di gara (il caso è scollegato da quello della Beic).

Zucchi ha recentemente firmato con il suo studio, oltre a diverse residenze private, il nuovo avveniristico Museo Nazionale dell'Automobile a Torino, l'ex fabbrica Junghans alla Giudecca e centri direzionali come quello della Lavazza.

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