
Chi scommette che il calcio italiano uscirà indenne dall'ennesima bufera Scommessopoli rischia di perdere i soldi e la faccia. Non è ancora chiaro quali saranno le conseguenze sportive per calciatori come Niccolò Fagioli, Mattia Perin, Nicolò Zaniolo, Samuele Ricci, Sandro Tonali e gli altri giocatori finiti alla gogna sui giornali. Ma sullo sfondo di questa spiacevole vicenda restano gli strani rapporti tra alcune società di calcio, le società di scommesse legali e il primo quotidiano sportivo italiano, la Gazzetta dello Sport, controllata da Rcs e dal presidente del Torino Urbano Cairo, che è anche editore di La7 e organizzatore di eventi sportivi come il Giro d'Italia, mentre in Parlamento si discute della possibilità di tornare alla pubblicità delle società di scommesse su maglie e campi da gioco.
Sono più di dieci anni che la Gazzetta dello Sport ha una sua piattaforma chiamata Gazzabet, nella quale aiuta i suoi lettori a scommettere legalmente sugli eventi sportivi. Quando debuttò i giornalisti della Rosea scioperarono, troppo pericoloso l'incrocio tra informazione e intrattenimento. Avevano probabilmente ragione. Da un paio d'anni la Gazza ha stretto una partnership strategica e un «esclusivo accordo pluriennale» con Microgame, primo gaming technology & service provider italiano. Gazzabet è un sito di scommesse «pensato per tutti gli amanti dello sport», all'interno del quale ci sono anche i cosiddetti skill game, giochi a base di abilità «ma anche casinò, poker e bingo». La società è stata fondata nel 1998, ha sede a Benevento e Roma e si occupa di fornire e sviluppare piattaforme applicative per buona parte dei siti di betting più famosi, tanto che si stima incassi un terzo delle raccolte di poker digitale e scommesse.
Quindi Gazzabet offre da un lato «suggerimenti editoriali su come interpretare al meglio gli eventi più importanti», dall'altro «scommesse particolari per i più esigenti». Solo qualche giorno fa Microgame ha ottenuto la prestigiosa certificazione G4 (Global Gambling Guidance Group) per il cosiddetto «Gioco Responsabile», una certificazione di eccellenza globale «riservata a operatori di primo piano nel settore del gaming». A differenza dei giocatori della Nazionale e dei club che giocavano a poker o scommettevano con giri vorticosi di contante su siti clandestini (spesso nelle mani della 'ndrangheta, regina del riciclaggio e infiltrata nelle curve di Juve, Inter e Milan) nelle piattaforme legali ci sono dei sistemi che provano a combattere la ludopatia, una patologia che in questi anni ha messo sul lastrico migliaia di famiglie e arricchito usurai e clan mafiosi.
Non sempre la società è stata florida, nel 2021 il fondatore Fabrizio D'Aloia e la moglie Daniela Di Rubbo si trovarono con un debito di 30 milioni, poi ristrutturato dai soci Monitor Clipper e Tpg Growth, che l'hanno venduta quasi interamente (al 91,7%) alla Piomo S.A. Merito dell'amministratore delegato Marco Castaldo, apprezzato da Malta alla Russia e Oltreoceano, orgoglioso del riconoscimento per il suo impegno «nel promuovere un gioco responsabile e sicuro», che intrattenga senza rovinare i clienti.
S.A. sta per società anonima, una pista ci porta in Uruguay ma è impossibile conoscere i veri proprietari. Non esiste (ancora) un registro dei titolari effettivi, la riforma del governo si è arenata a colpi di ricorsi al Tar e Consiglio di Stato. Non è detto che l'Italia, che ha dato alla società la concessione per scommettere attraverso l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, non sappia chi c'è dietro la Piomo. È un'alchimia contabile per pagare meno tasse, attraverso le Sociedad anonima financiera de inversion l'Uruguay è un mini paradiso fiscale sotto molti punti di vista. Tutto legittimo, per carità, ma questa opacità si riflette anche su Gazzabet.
A guidare Piomo c'è Amedeo Carassai, fino a qualche mese fa nel Cda dell'Inter in quota Oaktree. Le sue dimissioni hanno incuriosito Filippo Roma delle Iene, che ne ha chiesto conto all'ad nerazzurro Beppe Marotta, il quale ha fatto spallucce («ne prendo atto») di fronte a una potenziale incompatibilità di un consigliere d'amministrazione nerazzurro che è anche a capo di una società anonima che controlla una piattaforma di scommesse.
La stessa società che fornisce l'infrastruttura informatica al sito di scommesse del principale quotidiano sportivo, di proprietà del presidente di una gloriosa squadra che si ritrova con un giocatore talentuoso come Ricci sporcato dall'ombra del gioco illegale.
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