La narrazione Lgbt: "Un uomo ha partorito". Ma è un trans nato donna

Mondo arcobaleno e giornali progressisti in brodo di giuggiole. Ma le persone con organi riproduttivi femminili hanno dato alla luce bambini per tutta la storia della razza umana

La narrazione Lgbt: "Un uomo ha partorito". Ma è un trans nato donna
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L’ideologia prevale sulla biologia, l’integralismo sul buonsenso. Negli ultimi anni abbiamo fatto i conti con le posizioni oltranziste del mondo Lgbt, da non contrastare pena l’accusa di omo-bi-lesbo-transfobia. Ora la narrazione arcobaleno ci propone un’altra storia piuttosto particolare che arriva dal Regno Unito: un uomo ha partorito in modo naturale. La scienza ha fatto passi da gigante? In realtà no, andrebbe raccontata meglio: un uomo transgender da donna a uomo ha concepito un bambino in maniera naturale.

Protagonista di questa storia è Malachi Clarke, 27 anni. Nato donna, ha intrapreso il percorso di transizione all’età di 19 anni. Prima il testosterone, poi l’intervento chirurgico per rimuovere il seno. Come riportato dal Mirror, Clarke ha affrontato il percorso privatamente perché attraverso il servizio sanitario nazionale britannico avrebbe dovuto aspettare anni. “Dopo alcuni mesi, ho iniziato a vedere crescere i peli sul viso. I miei peli si sono infoltiti, la mia forma è cambiata e la mia voce si è abbassata” la sua testimonianza: “Penso che la comunità trans si crei i propri problemi. Sì, c’è un lungo tempo di attesa. L’accesso alla nostra assistenza sanitaria è difficile, ma è lo stesso per tutti i tipi di problemi di salute, non solo per quello di genere”.

Malachi Clarke si è registrato legalmente come uomo nel maggio del 2021. Una nuova vita e un nuovo amore. Attraverso una celebre app di incontri, ha conosciuto Charlie Bennett, uomo che si identifica gay. Ed ecco la lieta novella. Dopo aver smesso di prendere il testosterone, l’uomo trans ha scoperto di aspettare un bambino. La gravidanza “l’ho adorata e sarei felice di essere di nuovo incinta” il suo racconto: Non credo nei ruoli di genere. Non mi illudo di come il mondo ha scritto la biologia, ma è una costruzione sociale. Mi sentivo come un uomo che ha un sistema riproduttivo.

Malachi è legalmente maschio, ma in realtà è registrato come “mamma” sul certificato di nascita del figlioletto, mentre il compagno Charlie è registrato come padre. “Non mi interessa essere indicata come madre sul certificato di nascita. So chi sono: sono suo padre. Sì, sarebbe bello se il sistema fosse più progressista, ma quel cambiamento arriverà, non c’è bisogno di gridarlo” ha evidenziato.

Insomma, la dinamica degli eventi è piuttosto chiara. Eppure il mondo Lgbt (e alcuni quotidiani progressisti) parlano di “uomo che ha partorito”. "Un uomo britannico condivide la gioia nello scoprire di essere incinta" ha strombazzato il Daily Star. "Il primo uomo nel Regno Unito a rimanere incinta in modo naturale rivela di volere altri figli" ha decantato il Daily Record. "Dentro la gravidanza di un uomo del Regno Unito" il titolo dello stesso Mirror.

Forse la ricerca del clic, forse titolisti zelanti seguaci dell’ideologia di genere: ciò che è certo è che a dare alla luce un bambino è stata una persona con organi riproduttivi femminili. E le persone con organi riproduttivi femminili hanno partorito per tutta la storia della razza umana.

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