Milan, troppo tardi

Conceiçao fa turnover pensando al derby di coppa, poi Gimenez sbaglia un rigore: addio al 4° posto. Il Napoli ringrazia: meno 3 dall'Inter

Milan, troppo tardi
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Il Napoli, con qualche affanno di troppo, resta nella scia della locomotiva Inter. Il Milan invece saluta i residui sogni di gloria di una improbabile rimonta per avvicinarsi alla zona Champions. Gli rimane solo la coppa Italia, primo atto mercoledì sera. Perde secco per effetto di una partenza sciagurata, la solita (2 gol incassati in meno di 20 minuti) e a causa anche di qualche scelta discutibile di Conceiçao (Joao Felix al posto di Leao). Nella ripresa, con i cambi, si vede un po' di calcio con il Napoli che arretra metro dopo metro. Gimenez si fa parare il rigore che pesa come un macigno sul risultato. Il pari sarebbe servito solo all'Inter.

Il vizietto del Milan è duro da eliminare. E il vizietto è quello di riuscire nell'impresa di incassare un gol lampo, migliorando il record di partita in partita. A Napoli gli capita dopo 62 secondi in capo all'intesa Di Lorenzo-Politano che trova impreparata e scoperta la parte centro-sinistra della difesa (tra Theo e Pavlovic): così l'attaccante napoletano può infilarsi e col sinistro trovare l'angolo scoperto di Maignan. Pronti via, il Napoli è davanti e non deve stupire se poi in capo all'ennesimo pallone conquistato a metà campo (da Buongiorno) nasce sull'asse Gilmour-Lukaku l'occasione del 2 a 0 sfruttata al meglio dal belga incredibilmente solo a centro area. Per decifrare il resto della prima frazione bisogna partire dalle scelte discutibili di Conceiçao (Loftus Cheek finisce sotto i ferri per appendicite, per questo gioca al suo posto Fofana; Joao Felix a sinistra nel ruolo di Leao) che non offrono alcuna risorsa anche perché del gioco predicato dal tecnico portoghese non c'è traccia alcuna. Zero tiri in porta all'intervallo. Il Napoli invece (McTominay influenzato, Raspadori cede il posto a Neres) torna al 4-3-3 e di slancio ritrova subito la strada del gol mancata a Venezia e a Como. Ibra, prima di cominciare, spazza via le chiacchiere sul suo dissidio con Furlani («falsità, ho avuto un virus, ho perso 3 kg, pronto ad aiutare tutti, dentro e fuori dal campo») ma questa squadra ha bisogno di molto altro, idea precisa di calcio e schemi codificati.

I cambi inevitabili decisi a inizio ripresa (subito Leao, poi Chukwueze e Gimenez) certificano i precedenti errori della panchina e conferiscono dignità al gioco offensivo rossonero. L'occasione migliore per riaprire la sfida capita a metà ripresa a Gimenez, scelto a sorpresa per il rigore (fallo di Billing su Theo): il sinistro è centrale, intuito da Meret. È il quarto rigore mancato dal Milan dopo i precedenti di Theo, Abraham e Pulisic: la conferma di una stagione disastrata e di scelte folli.

Conceiçao finisce con 2 centravanti (dentro anche Jovic) più due ali, Conte risponde con difesa a 5 per reggere l'ultimo urto rossonero procurato dalla solita ditta Leao-Theo con Jovic che anticipa Gimenez e firma l'1 a 2, che non cambia nonostante l'assalto finale con il Napoli in apnea.

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