Nagelsmann tra infortunati e "carneadi". E l'interista Bisseck punta al debutto nei 180'

La tradizione dei tedeschi nerazzurri, da Matthaeus a Brehme

Nagelsmann tra infortunati e "carneadi". E l'interista Bisseck punta al debutto nei 180'
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Un po' il cambio generazionale dopo il flop all'Europeo giocato in casa (fuori ai quarti contro la Spagna poi campione, e un fallo di mano di Cucurella che grida vendetta), un po' gl'infortuni che pesano a tutte le latitudini e in tutti i campionati, di certo stasera la Germania non si presenta a San Siro col vestito della festa. Squadra giovane e con pochi giocatori esperti anche dove non è giovane, come in porta, dove a raccogliere l'eredità di Neuer non c'è il predestinato Ter Stegen (lungodegente del Barcellona), ma due carneadi di 29 (Nubel) e 35 anni (Baumann), 2 presenze a testa, che potrebbero dividersi l'andata e il ritorno, in programma domenica sera a Dortmund.

C'è Musiala, stellina del Bayern, ma non ci sono Wirtz e Havertz. Ventitre i convocati del ct Nagelsmann, che ha appena rinnovato il contratto fino al 2028 (quindi con davanti un Mondiale e un altro europeo), ma solo in 7 hanno giocato più di 20 partite nella Mannschaft. Eppure, l'unico nome veramente nuovo presentato per l'occasione è l'interista Yann Bisseck, che aggiunge un altro po' di interesse a una sfida che non sarà mai banale. Stasera, Bisseck non partirà titolare, ma fra andata e ritorno è presumibile che strapperà a Nagelsmann il primo gettone nella Nazionale maggiore, dopo essere stato anche capitano dell'Under 21 tedesca.

«Bisseck si è meritato la convocazione per le ottime partite giocate nell'Inter», dice Matthaeus, uno che se ne intende sia di Inter (153 partite, con uno scudetto, una Coppa Uefa e il Pallone d'Oro 1990) sia di Nazionale (primatista tedesco con 150 partite, compresi un Mondiale e un Europeo vinti). «Se non sei più che bravo, nell'Inter non giochi», la chiosa dell'indimenticato Lothar. E così Bisseck in Nazionale arriva a rinfrescare la tradizione dei tedeschi nerazzurri, da Hansi Mueller, il primo alla riapertura delle frontiere negli Anni '80, a Jurgen Klinsmann (suo figlio oggi fa il portiere in Serie B col Cesena) e al compianto Andy Brehme, morto prematuramente poco più di un anno fa, fino al molto meno scintillante Mathias Sammer, eppure anche lui Pallone d'Oro (1996, dopo l'Europeo vinto in Inghilterra).

Bisseck è giovane ma non giovanissimo, 25 anni a novembre. E arriva un po' tardi in Nazionale, forse perché ha lasciato molto presto la Bundesliga, pur avendo debuttato nel Colonia a soli 16 anni.

Gl'infortuni ne hanno frenato la carriera e quando era in Portogallo (2021, al Guimaraes), ha ricordato in una recente intervista, stava maturando l'idea di riprendere a studiare, per coronare il sogno che aveva da ragazzo, fare cioè addirittura il cardiochirurgo. Poi arrivò il passaggio all'Aahrus, in Danimarca. Lì due estati fa lo pescò l'Inter, pagandolo 7 milioni. E stasera il cerchio si chiude con la prima volta in Nazionale. A volte serve crederci.

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