L'orrore di un figlio che hai curato, per cui ti sei disperata, per cui hai dato la tua vita, che decide un giorno di avvelenare te e il tuo secondo marito che l'ha cresciuto come se fosse una sua creatura. L'orrore di scoprire che quell'atroce delitto è stato pianificato e nascosto da un apparente gesto d'amore come preparare una cena, un piatto di penne al salmone.A distanza di oltre tre anni dall'omicidio del marito Loreno Grimaldi, detto "Lollo", e dal tentato omicidio ai suoi danni, Monica Marchioni racconta al Giornale (domani in edicola l'intervista) il dramma di aver perso tutto la sera del 15 aprile 2021. Suo figlio Alessandro ora è in carcere a scontare una pena di 30 anni per omicidio e tentato omicidio, lei è una sopravvissuta che vive pregando e che ha scritto un libro con la giornalista Cristina Battista "Era mio figlio" (edizioni Minerva), nella speranza di poter aiutare altri genitori che hanno vissuto drammi simili ai suoi."Non odio - dice Monica - ma ancora non perdono, non mi fido. Non dimenticherò mai gli occhi di mio figlio quella sera. Non erano occhi umani. E non dimenticherò mai come per oltre un anno, al processo, io sia stata crocifissa, accusata di essere stata io ad aver tentato di uccidere mio marito. Poi è arrivata invece la confessione. E ora voglio aiutare quei genitori che hanno vissuto drammi simili al mio, per dire loro che non devono colpevolizzarsi. Non è vero che è sempre colpa dei genitori. E' vero invece che è spaventoso scoprire che tuo figlio è un assassino".