Dopo che venerdì il questore Bruno Megale gli ha fatto notificare l'avvio dell'iter amministrativo per il foglio di via da Milano, ieri pomeriggio si è notata parecchio l'assenza - la prima nei 58 cortei di questi 13 mesi dall'inizio del conflitto - di Mohammad Hannoun, presidente dell'Associazione Palestinesi d'Italia (Api). Il 62enne giordano, sempre in testa del corteo pro Palestina impegnato a urlare al microfono i suoi slogan, ieri infatti non ha potuto guidare i 500 manifestanti partiti alle 15 dal piazzale di Porta Genova. Tuttavia l'architetto si è collegato con loro al telefono dalla sua abitazione di Genova. «Vorrei abbracciare tutti voi - ha detto Hannoun, parlando ai partecipanti al corteo di ieri -. Mi manca la piazza di Milano, non potrete mai farmi star zitto nella mia lotta giusta per un popolo oppresso. Non mi fermerò, andrò in un'altra piazza, non mollerò mai per una Palestina libera».
Un discorso, il suo, che ha raccolto diverse manifestazioni di solidarietà, oltre a una serie di dichiarazioni dei partecipanti al corteo contro la «politica securitaria che vuole bloccare il movimento ProPal». E, naturalmente, i soliti slogan ripetuti nelle strade di Milano: «Palestina libera», «via le mani dai bambini», «Intifada fino alla vittoria», «Netanyahu assassino».
Accusato di «istigazione all'odio e alla violenza» in riferimento al corteo di sabato scorso «perché mi sono complimentato con i giovani di Amsterdam», come ha spiegato lo stesso Hannoun ieri all'Ansa - il presidente dell'Api secondo la polizia di stato «era intervenuto approvando e promuovendo pubblicamente le condotte violente tenute dai giovani tifosi olandesi che, in occasione dell'incontro calcistico di Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv disputatosi due giorni prima ad Amsterdam, avevano aggredito fisicamente i tifosi israeliani» spiega una nota diffusa ieri dalla questura.
In relazione alla stessa manifestazione la polizia di stato ha deferito all'autorità giudiziaria per istigazione a delinquere anche un giovane cittadino egiziano residente in provincia di Milano: l'uomo, nei cui confronti è in corso un'istruttoria della Divisione Anticrimine per l'avvio del procedimento amministrativo
del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Milano, aveva esibito pubblicamente un cartello con la foto del defunto Yahya Sinwar, ex leader dei terroristi di Hamas, con una scritta in lingua araba.
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