Abusò di un minorenne , educatrice condannata a 4 anni e 4 mesi

La donna, 30 anni, nel luglio scorso aveva molestato un ragazzino 13enne che stava seguendo negli studi

Si è concluso con la condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione il processo a carico di un'educatrice di 30 anni arrestata nel luglio scorso con l'accusa di atti sessuali con minorenne per aver avuto una relazione con un ragazzino di 13 anni che avrebbe dovuto limitarsi a seguire negli studi. La condanna è stata inflitta con rito abbreviato dal giudice per l'udienza preliminare Franco Cantù Rajnoldi, che ha disposto una provvisionale di 30mila euro per il ragazzino, costituitosi parte civile con la mamma come rappresentante legale. Il gup non ha invece riconosciuto provvisionale per la madre, costituita anche a titolo personale, e ha rigettato l'istanza di citazione del Comune di Milano e della Cooperativa sociale Diapason in qualità di responsabili civili. Si è invece riservato sulla richiesta di revoca della custodia cautelare della donna, che da tempo si trova agli arresti domiciliari. Il gup non ha accolto la citazione dei responsabili civili, ritenendo che altrimenti sarebbe venuto meno il senso del procedimento con rito alternativo, ovvero la sua celerità. La mamma della vittima, però, potrà rivalersi in sede civile, così come per il risarcimento dei danni morali lamentati. Il procedimento che si è concluso oggi con la sentenza di condanna in primo grado ha preso il via dal ritrovamento da parte della mamma nel telefonino del figlio di sms che lasciavano intendere una relazione con la 30enne. La mamma aveva denunciato i propri sospetti ai carabinieri, che a luglio avevano sorpreso l'educatrice in atteggiamenti intimi con l'adolescente e l'avevano arrestata perché la legge non ritiene valido il consenso a un rapporto sessuale prestato da un ragazzino minore di 14 anni, come in questo caso. In quell'occasione il Comune aveva interrotto i rapporti con la cooperativa per la quale lavorava l'educatrice, a cui aveva affidato in appalto il servizio di assistenza domiciliare per minori con disagio psichico. L'assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, aveva preannunciato l'intenzione del Comune di costituirsi parte civile, cosa che poi non è avvenuta. Inoltre il presidente dell'Ordine degli Assistenti sociali della Lombardia, Renata Ghisalberti, aveva chiarito che l'educatrice non è assistente sociale.

Successivamente il pubblico ministero Cristiana Roveda, che oggi ha dato parere negativo alla revoca della misura cautelare per l'imputata, aveva poi chiesto e ottenuto il decreto con giudizio immediato sulla base dell'evidenza delle prove a carico dell'educatrice, che poi aveva presentato istanza di giudizio abbreviato. Un rito che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena.

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