Adesso Sala convoca i costruttori: un sos per sbloccare gli alloggi

Il sindaco: "Vediamo se possono riconoscere contributi in più come chiedono i pm". Sul Leonka bando chiuso entro l'estate: "Non pagheremo i costi della bonifica"

Adesso Sala convoca i costruttori:  un sos per sbloccare gli alloggi
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Da un lato le inchieste sull'urbanistica, dall'altro il trasloco del Leoncavallo, una partita che il sindaco vuol chiudere «entro l'estate, stessi tempi della vendita di San Siro» a Milan e Inter. Partendo dal primo nodo, dopo l'incontro con le «Famiglie Sospese», i rappresentanti del comitato che rappresenta circa 1.600 proprietari di alloggi sotto sequestro o indagine, Sala convocherà nei prossimi giorni un tavolo con alcuni dei costruttori. Potrebbe partire proprio da quelli indicati dalle famiglie che hanno già versato acconti da centinaia di migliaia di euro. Tra i progetti bloccati ci sono le «Residenze Lac» di via Cancano o «Scalo House» in via Valtellina. Ma ci sono anche 150 progetti sulla carta che il Comune tiene congelati perchè hanno profili simili a quelli sotto la lente della Procura. «Incontreremo alcuni dei costruttori che sono più interessati, per capire anche da loro che tipo di disponibilità c'è - spiega Sala -. È complesso, qui le vere vittime sono le famiglie, hanno tirato fuori soldi e oggi sono bloccate. I costruttori possono fare qualcosa e riconoscere implicitamente che hanno contribuito non in maniera giusta alle casse pubbliche, come sostiene la Procura? Non è semplice perché l'accordo che c'era tra Comune e costruttori era stato pensato in un certo modo, immaginando di seguire delle regole e noi siamo convinti di seguirle. Anche dal nostro punto di vista non è semplice, perché siamo in giudizio con la Procura, quindi oggi è difficile riconoscere di avere sbagliato. Un po' perché per tanti anni abbiamo fatto così, e perché siamo in giudizio». Ma «di fronte a una situazione così difficile penso sia giusto mettere da parte queste riflessioni e vedere se si trovano soluzioni. Il primo passo è incontrare i costruttori, perché se fanno muro c'è poco da fare. Il secondo passo è un tavolo a quattro gambe con costruttori, famiglie, Comune e anche la Procura. É disponibile? Non lo so, prima iniziamo a sentire i costruttori. Con le leggi si va con tempi lunghi. Con il Salva Milano mi sono raffreddato non solo per quello che è successo in Comune», il primo arresto, dell'ex dirigente Giovanni Oggioni, «ma perché dopo 12 mesi di riflessione sembrava si andasse avanti a oltranza». Si valuta dunque la via della «giustizia riparativa».

E dopo che le «Mamme del Leoncavallo» giorni fa hanno inviato la manifestazione di interesse per l'immobile comunale in via San Dionigi (Porto di Mare) si stringono i tempi per un sopralluogo, l'offerta formale e il bando. «É uno spazio in disuso, va verificato con quali costi può essere ripristinato». Il centro sociale chiede una condivisione della spesa per la bonifica dall'amianto ma «non sono costi che può gestire il Comune, non sarebbe corretto e non è nelle regole». La Lega ieri ha fatto un presidio di protesta in via San Dionigi: «I centri sociali vanno chiusi e non premiati» tuona il segretario provinciale Samuele Piscina. Sala ribatte che il Leonka «ha avuto il suo valore nella storia.

Chiedo che disturbo abbia dato negli ultimi 20 anni. Nulla. Non siamo accondiscendenti ma non facciamo la guerra ai centri sociali, per cui andremo avanti. Il centrodestra quando ha governato non li ha sfrattati da via Watteau, noi cerchiamo una soluzione».

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