Adottato dal paese per avere l’asilo

Igor Traboni

Ha necessità di andare all’asilo per completare il percorso iniziato con una lunga cura, ma nel suo paese un asilo nido non c’è, e allora è stato «adottato» da un paese vicino, dove invece esiste un asilo, con tanto di delibera di giunta comunale. E’ la storia di Mario (il nome è di fantasia), un bambino di 4 anni, residente a Veroli, un grosso centro a pochi chilometri da Frosinone.
Nei mesi scorsi il piccolo inizia ad accusare vari disturbi, che si ripercuotono anche a livello di integrazione con gli altri bambini. Ricoverato in un grande ospedale romano, i medici riescono a rimettere in sesto il piccolo dal punto di vista fisico, ma per quanto riguarda l’integrazione sociale, gli stessi medici consigliano ai genitori di Mario di iscriverlo subito ad un asilo nido, anche se l’anno scolastico è ormai iniziato da un pezzo, per fargli superare al più presto i «disturbi di socializzazione» che il piccolo ha accumulato e che rischiano di crescere a dismisura. La migliore medicina dopo quelle dell’ospedale, insomma, per Mario è la vicinanza con altri bambini, la condivisione dei giochi e di altri momenti di allegria e di crescita.
A Veroli, però, ci sono tante scuole elementari e medie, perfino due licei tra i più prestigiosi e frequentati della Ciociaria, ma di un asilo nido neppure l’ombra. Per Mario ci sarebbe la possibilità di andare a Boville Ernica, il paese più vicino, ma bisogna superare due scogli: la residenza e il fatto che oramai la lista d’attesa dell’asilo è stata esaurita da tempo. Entrambi gli scogli vengono superati, a partire dal primo, forse il più insidioso, con la burocrazia che una volta tanto si è fatta da parte. Il sindaco di Veroli, D’Onorio, ha infatti scritto al suo collega di Boville prospettandogli il caso davvero insolito e un intervento straordinario.

Detto, fatto: il sindaco di Boville Ernica riunisce la giunta e viene deliberato di «adottare» il piccolo Mario, di dargli cioè la residenza in modo che possa frequentare l’asilo del paese, dove nel frattempo un posto in più viene comunque reso disponibile.
Da alcuni giorni Mario ha quindi iniziato la sua nuova «cura»: frequentare un asilo e stare insieme ad altri bambini, per socializzare e recuperare il ritardo nella crescita.

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