Tre anni di crescita nel settore degli investimenti a reddito e poi altrettanti focalizzati principalmente sulle attività di sviluppo e trading: oggi Aedes, società di co-investing e asset management immobiliare con un patrimonio gestito di oltre 4,5 miliardi, punta ad aumentare la diversificazione sul fronte internazionale accelerata da tre joint venture in Svezia e Germania. Dice lad Luca Castelli: «Alla fine del 2006 abbiamo portato a termine alcuni acquisti nel Nord e nellEst europeo. Abbiamo raggiunto una dimensione e una massa critica soddisfacente per iniziare a reinvestire parte dellequity allestero». Nel mirino, da qualche mese, oltre a Romania, Bulgaria, Slovenia e Montenegro, anche Turchia, Emirati e India. Lo consiglia il raffreddamento dei mercati maturi, già evidente soprattutto in Spagna con il calo del valore degli immobili e dei titoli delle società di settore. «È possibile una lieve flessione anche in Italia, dove però si è costruito meno che altrove: gli stock sono ridotti e questo è un vantaggio. I segmenti più esposti sono il residenziale e il commerciale, mentre lo è assai meno il retail, nel quale il nostro Paese è ancora in ritardo».
Proprio qui Aedes ha scelto di concentrarsi di più, per portare i relativi asset dal 50 al 70% della composizione del portafoglio, con investimenti sia nell'area core (che pesa per il 66% sul patrimonio totale gestito), sia in quelle dello sviluppo e del trading. In un simile contesto sinquadra lacquisizione di Unicenter, attraverso la controllata Agorà, specializzata nella gestione e vendita di centri commerciali. Nel contempo la società, che opera nel fund management attraverso Aedes Bpm Real Estate e la neocostituita Aedes Value Added Sgr (Ava), prepara il lancio di nuovi fondi immobiliari allestero per un miliardo. «La scommessa per il 2007 - afferma Castelli - è in buona parte sui fondi e in particolare su quelli speculativi destinati agli investitori istituzionali attraverso Ava. Quanto ai prodotti rivolti al pubblico dei privati, oggi un po indeboliti, è molto probabile che da qui a un paio danni, maturando il mercato, si trasformino presentandosi più ancora che come unopportunità come unesigenza».
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