Roma - Una diffida al Tg1 e un richiamo al Tg4 e a Studio Aperto per "il forte squilibrio" a favore della maggioranza e del governo: è la decisione adottata oggi dalla Commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in base ai dati del monitoraggio sul pluralismo per il periodo luglio-agosto-settembre 2010. "Qualora tale squilibrio perdurasse - avverte l’Agcom - verranno adottati ulteriori provvedimenti". La diffida segue il richiamo già fatto per lo squilibrio nelle presenze, a favore del Governo. Una situazione che, dal monitoraggio periodico fatto dagli uffici dell’autorità, risulterebbe ancora presente - seppure migliorata a settembre -, di qui l'intervento. Se lo squilibrio dovesse permanere al Tg1 sarebbe comminata una sanzione amministrativa pecuniaria. Resta poi la richiesta, avanzata lo scorso 5 ottobre dai commissari Lauria, Sortino, D’Angelo e Magris in una lettera al Presidente Calabrò, di un’istruttoria sullo squilibrio delle presenze in tv.
Fede: sempre rispettato le regole "Anche se più che il richiamo dell’Agcom sento il richiamo della foresta - commenta il direttore del Tg4 Emilio Fede -. Risponderò che ho sempre agito nel rispetto delle regole dell’equilibro ma sopratutto dell’onestà professionale. La norma della quale sono più rispettoso è quella della deontologia". "Dopo 50 anni di giornalismo ai miei livelli -dice Fede- non c’è agenzia che mi possa venire a dire come devo fare il mio mestiere. Rispondo alla mia coscienza non a quella di Agcom, che è un parlamentino politico dove prevalgono anche scelte ideologiche. Nel mio tg prevalgono le scelte professionali, giornalistiche. Io so come si fa giornalismo, loro no", conclude il direttore del Tg4.
Toti: noi equilibrati "Sarebbe opportuno - sottolinea il direttore di Studio aperto, Giovanni Toti - tenere sempre presente oltre al mero dato numerico anche le priorità giornalistiche imposte dalla cronaca politica. A me -sottolinea il direttore- non sembra che Studio Aperto sia squilibrato. Non ho visto i dati di Agcom. Qualora fosse vero, riequilibremo. Ma il nostro tg mi sembra sostanzialmente equidistante. È normale che in un momento in cui al centro del dibattito politico c’è la maggioranza e la tenuta del governo, dalla nascita di Fli al dibattito sulla fiducia, dalla legge di stabilità al Cdm con i cinque punti programmatici, è facile parlare molto di questo e dare voce ad esponenti di maggioranza e governo".
Minzolini: non mi risulta disparità di trattamento "Dai dati che ho disposizione - commenta Augusto Minzolini, direttore del Tg1 - non risulta questa disparità di trattamento che rileva l’Agcom. Rai e Autorità dovrebbero mettersi per prima cosa d’accordo sui dati da utilizzare". E dopo aver mostrato i numeri, a suo favore, Minzolini sottolinea che "nell’ultimo periodo le vicende politiche hanno riguardato prevalentemente la maggioranza e il governo ed il criterio di notiziabilità va comunque considerato. Infine, in estate il governo resta presente, mentre i politici vanno in vacanza e c’è un problema di reperibilità. Io ad esempio non ho potuto realizzare uno speciale Tg1 ad agosto sulla crisi della maggioranza perchè non siamo riusciti a raccogliere voci sufficienti per chiudere i servizi".
Gentiloni: Tg1 voce maggioranza "Il Tg1 non rispetta neanche le regole formali. La diffida di Agcom conferma che, anche sul piano formale, il Tg1 è ormai diventato una voce della maggioranza, e anche tra le più faziose". Lo dichiara Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Partito democratico, che aggiunge: "L’accostamento al Tg4 e a Studio Aperto parla da sé. La testata che aveva sempre rappresentato la voce dell’informazione istituzionale è stata ridotta alla stregua di un organo militante e di parte. Un danno immenso per la Rai e per i tanti professionisti di qualità che ci lavorano".
Capezzone: Minzolini ha rotto conformismo "Le reazioni strumentali del Pd - commenta il portavoce del Pdl Daniele Capezzone - fanno pensare che i dirigenti di quel partito siano appena arrivati sulla Terra dalla Luna o da Marte, o quanto meno che siano improvvisamente vittime di un’amnesia che impedisce a lor signori di ricordare i lustri in cui il Tg1 era clamorosamente schiacciato a sinistra, con tanto di firme di punta di quel telegiornale poi transitate nelle liste elettorali della sinistra".
Al via le istruttorie sul televoto L’Antitrust ha avviato due distinte istruttorie nei confronti di Rai e Rti per verificare se il meccanismo del televoto sia trasparente o se, invece, costituisca una pratica commerciale scorretta.
La decisione, spiega una nota, è stata presa dopo che l’autorità aveva tentato la via della moral suasion nei confronti delle due aziende radiotelevisive, chiedendo l’introduzione di "filtri" in grado di escludere le utenze business dal meccanismo del televoto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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