Era il 1965 e i Beatles, nel pieno della loro attività artistica, avrebbero ricevuto da lì a poco l’onorificenza di Membri dell’Ordine dell’Impero Britannico. Lo stesso anno pubblicavano un album, Help!, colonna sonora dell’omonimo film, il primo che vedeva i Fab4 protagonisti e trovavano anche il tempo per un mini-tour italiano, che li avrebbe portati a Milano, Genova e Roma, accompagnati dagli artisti italiani della Carish (Fausto Leali, New Dada, ...).
Il tour, il primo e l’ultimo che li vide nel nostro Paese, non registrò mai il tutto esaurito, ma si lasciò alle spalle una miriade di fan entusiasti e un’influenza importante sulla musica di casa nostra.
Alla vigilia del loro tour, i quattro di Liverpool rilasciavano una lunga intervista a Giacomo Maugeri. Tra gli argomenti dell’intervista le impressioni sul Belpaese e le loro preferenze sulla musica italiana.
I preferiti di Harrison, Starr, Lennon e McCartney? Marino Marini, Tito Gobbi e Beniamino Giglio. E a chi gli chiedeva se non preferissero artisti come la Pavone o Celentano, rispondevano candidamente di non conoscerli se non di nome.
Ringo si giustificava con un “Ci sono così tanti cantanti in Italia...”
La lunga intervista, in edicola domani in uno speciale numero dedicato agli anni sessanta di Epoca, ripercorreva anche le vicissitudine artistiche della band, che soffermandosi sull’abbandono del batterista Pete Best, rispondeva lapidariamente “Noi stavamo migliorando e Pete no. Ringo faceva più al caso nostro”.
E poi le donne.
“Ci piacerebbe sposare Sophia Loren”, confidava la boyband inglese.
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