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Alitalia, Marcegaglia in uscita

«Marcegaglia è nel nostro libro soci con le sue quote. Per uscire bisogna vendere e deve esserci qualcuno che voglia comprare. Bisogna essere in due ma non mi risulta che ci siano in vendita azioni». Ieri l’ad di Alitalia, Rocco Sabelli, ha commentato così l’ipotesi di un’uscita del gruppo Marcegaglia dall’azionariato di Cai. Ma poche ore dopo l’Ansa batteva la notizia dell’«imminente uscita» della presidente di Confindustria. Nessuna conferma, naturalmente. Ma le parole di Sabelli sarebbero state giudicate fuori luogo dal presidente Roberto Colaninno, che pare si sia alquanto innervosito. Perchè dell’uscita della Marcegaglia nessuno da tempo parlava più, e sull’argomento aleggiava un saggio «quieta non movere», che è stato improvvisamente rotto. Ora, se la presidente degli industriali formalizzerà un’intenzione peraltro già espressa, si teme che ci possa essere un negativo ritorno d’immagine sulla compagnia, che sta vivendo un momento comprensibilmente difficile: da un lato impegnata dalla necessità di mettere a punto un’organizzazione molto delicata, dall’altro alle prese con una crisi del trasporto aereo senza precedenti nella storia, che sta falcidiando conti, organici e flotte dei più grandi vettori del mondo. Emma Marcegaglia possiede, attraverso Marcegaglia spa, lo 0,88% di Cai-Alitalia. Già in gennaio, all’avvio dell’operatività della compagnia, aveva manifestato l’intenzione di fare un passo indietro; il suo ingresso, come numero uno degli imprenditori italiani, aveva avuto un significato simbolico nell’atto di «salvare un patrimonio industriale italiano», sintesi con la quale era stata motivata l’operazione Cai, in parallelo con il ricorso all’amministrazione straordinaria per la (vecchia) compagnia.
Ieri i vertici di Alitalia e di Adr si sono incontrati con l’Enac, che voleva accertare lo stato di efficienza a Fiumicino in vista delle settimane più calde del trasporto aereo. Proprio alla vigilia la compagnia e lo scalo avevano comunque sottoscritto un accordo per la nascita di un terminal «dedicato» che ha sicuramente facilitato l’incontro di ieri.
Sabelli ha assicurato che Alitalia lavora per ridurre i ritardi a Fiumicino, che oggi riguardano circa il 50% dei 230 voli in partenza dallo scalo romano.

«Dobbiamo recuperare anni di trascuratezza» ha detto l’ad della compagnia. Fra le azioni a breve per migliorare il servizio, Alitalia, dalla prossima settimana, avrà 200 persone in più fra tecnici, addetti a check-in, bagagli, pista, rampa.

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