Eleonora Barbieri
Si era fatto vivo nelle acque dellAdriatico circa due anni fa e ora lo squalo bianco è tornato a fare una «visita»: un esemplare è stato avvistato al largo di Pola, nella Croazia settentrionale. Ed è subito scattato lallarme, lanciato dalle autorità croate: «Non allontanatevi troppo dalla riva». Lanimale, lungo circa quattro metri, sarebbe stato identificato da alcuni pescatori e dagli operai di una piattaforma petrolifera al largo della città di Pola; è seguito poi un secondo avvistamento, più a sud, nei pressi di Fiume, dove lo squalo bianco sarebbe stato visto aggirarsi più vicino alle coste.
Il timore è proprio che lanimale si avvicini troppo ai litorali che, in questo periodo dellanno, sono affollati di turisti. Le autorità portuali non sono ancora riuscite a verificare se si tratti davvero di uno squalo bianco - il più pericoloso fra quelli diffusi nel Mediterraneo - o, piuttosto, di una specie più inoffensiva. Nel dubbio, comunque, il ministero per il Turismo e gli Affari marittimi ha avvertito: «Sebbene gli avvistamenti non siano stati confermati dalla polizia marittima, invitiamo i bagnanti a non nuotare troppo lontano dalla costa». Gli agenti della guardia costiera si stanno dando da fare per trovare tracce dellanimale, finora con scarsi risultati: «Non vogliamo creare panico - ha sottolineato un portavoce del ministero - ma, anche se le denunce non sono state confermate, siamo tenuti a informare il pubblico». Le autorità di porto intanto hanno piazzato delle bandierine segnaletiche e hanno messo sullavviso i dirimpettai - ovvero i colleghi italiani.
Si teme infatti che lo squalo possa spostarsi verso i lidi della nostra penisola: solo nel 1998, al largo di Ancona, venne filmato un evento spettacolare quanto «da brivido»: uno squalo bianco che divorava un suo fratellino della specie «volpe». Anche se le possibilità che raggiunga le nostre spiagge sono piuttosto basse: «Nel Mediterraneo - ci spiega lesperta Simona Clò - la presenza dello squalo bianco è sempre più rara: i pescatori li notavano soprattutto in occasione delle mattanze di tonni; ma ora, poiché il numero di questi ultimi si è ridotto, sono diminuiti anche gli avvistamenti di questi esemplari, tanto che, ormai, sono una specie protetta». Non solo: «I fondali dellAdriatico sono troppo bassi per poter attirare degli animali dalle dimensioni così grandi: lì non possono trovare le loro prede preferite». Gli attacchi nel Nord Adriatico, secondo la stampa croata sono stati sei in un secolo, di cui quattro mortali: lultimo nel 1971.
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