Bordate di fischi contro l'olandese condannato per stupro: la contestazione alle Olimpiadi

Fischi al debutto per Steven Van de Velde, sconfitto dalla coppia italiana Ranghieri-Carambula. L'olandese era stato condannato per lo stupro di una dodicenne inglese

Bordate di fischi contro l'olandese condannato per stupro: la contestazione alle Olimpiadi
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Bordate di fischi e alcuni "buuu" hanno accompagnato il debutto a Parigi 2024 dell'olandese Steven Van de Velde, il 29enne giocatore di beach volley condannato in passato a quattro anni di carcere per lo stupro di una dodicenne inglese. In coppia con Matthew Immers, Van de Velde è stato battuto dagli italiani Alex Ranghieri e Adrian Carambula per 2-1 (22-20, 19-21, 15-13) nella partita valida per il Gruppo B. Mercoledì 31 luglio, alle ore 22, i due azzurri sfideranno i norvegesi Mol/Sorum, lo stesso giorno Van de Velde scenderà di nuovo in campo contro la coppia del Cile.

La partecipazione alle Olimpiadi dell'olandese è stata molto criticata prima dell'inizio delle gare al punto che una petizione online per escluderlo ha raccolto più di 90mila firme dopo le proteste di diverse organizzazioni femministe. L'atleta è stato fatto alloggiare al di fuori del villaggio olimpico e la federazione olandese gli ha vietato ogni contatto con i media. Già prima della partita disputata sotto un caldo sole ai piedi della Tour Eiffel, la lettura del nome di Van de Velde è stata salutata da numerosi fischi. Dopo la gara l'olandese è uscito scortato da tre guardie di sicurezza e si è sottratto alle domande dei giornalisti.

A rispondere sono stati il compagno Immers e il portavoce della delegazione olandese, John Van Vliet, che ha ricordato come l'atleta si sia guadagnato sul campo la qualificazione:"Ci sono stati prima di oggi un centinaio di tornei di beach volley e la questione non è stata mai posta. Abbiamo una persona che è stata condannata, ha scontato la pena e dopo ha fatto tutto quello che doveva fare per tornare a gareggiare". Anche il compagno Matthew Immers lo difende:"É stato punito per quello che ha fatto, quello che è successo non è bello ma oggi per me è un esempio". Lo stesso Van de Velde aveva definito il fatto come "il più grande errore della mia vita".

Il caso

I fatti risalgono al 2014, quando Van de Velde aveva 19 anni. L'olandese iniziò a chattare sui social con una ragazzina inglese di 12 anni e, dopo un'iniziale fase di conoscenza decise di incontrarla di persona. L'atleta partì da Amsterdam per incontrare la ragazzina a Milton Keynes, cittadina a sud-ovest di Londra. Fu lì che avvenne la violenza sessuale ammessa dallo stesso Van de Velde in tribunale. L'olandese, che non aveva utilizzato alcun contraccettivo, spinse la 12enne ad assumere la pillola del giorno dopo, ignaro di quello che sarebbe accaduto dopo.

La ragazzina si rivolse a una clinica e, dopo aver ascoltato il suo racconto, vista la sua giovanissima età, il personale medico avvertì non solo i suoi genitori ma anche le forze dell'ordine. Nel 2015 fu emesso un mandato europeo di cattura nei suoi confronti: nel frattempo, infatti, aveva tranquillamente ripreso la carriera sportiva con l'obiettivo di partecipare ai Giochi di Rio 2016. Quell'anno, tuttavia, fu estradato in Gran Bretagna per finire poi a processo.

Condannato a 4 anni di reclusione per stupro, ne scontò solo 13 mesi: i primi

12 in un carcere britannico, l'ultimo in Olanda, dove fu trasferito grazie ad un accordo tra i due Paesi. Rilasciato all'inizio del 2017, riprese l'attività agonistica dopo aver scontato poco più di un quarto della pena.

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