Olimpiadi, in campo contro l'Italia giocatore condannato per violenza su 12enne, polemiche sul web

Steven van de Velde, insieme al collega Matthew Immers, affronterà gli azzurri Alex Ranghieri e Adrian Carambula nel primo match di beach volley

Olimpiadi, in campo contro l'Italia giocatore condannato per violenza su 12enne, polemiche sul web
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Sta facendo molto discutere la scelta da parte del Comitato Olimpico Olandese (Noc) di concedere a Steven van de Velde, 29 anni, la possibilità di prendere parte ai Giochi di Parigi 2024 nonostante una condanna a quattro anni per violenza sessuale compiuta ai danni di una 12enne.

Il giocatore di volley, che domenica 28 luglio sarà in campo per prendere parte, al fianco del collega Matthew Immers, al match che vedrà opposti gli Orange alla coppia italiana formata da Alex Ranghieri e Adrian Carambula allo stadio della Torre Eiffel, ha già annunciato che non rilascerà alcuna dichiarazione durante tutto l'arco dell'evento.

La condanna

I fatti risalgono al 2014, quando l'atleta olandese aveva già compiuto 19 anni. Quell'anno Steven van de Velde iniziò a chattare sui social con una bimba inglese di appena 12 anni e, dopo questa prima fase di chiacchierate online, nel mese di agosto arrivò il momento dell'incontro di persona. Il 19enne decollò da Amsterdam per incontrare la bambina a Milton Keynes, ed è in quella circostanza che avvenne la violenza sessuale. Un abuso, peraltro, che fu ammesso in tribunale dallo stesso responsabile.

L'atleta olandese, che non aveva utilizzato alcun contraccettivo, spinse la 12enne ad assumere la pillola del giorno dopo, senza fare i conti con ciò che sarebbe accaduto dopo. La bambina si rivolse a una clinica e, dopo aver ascoltato il suo racconto e compreso cosa era accaduto, vista la sua giovanissima età, il personale medico avvertì non solo i suoi genitori ma anche le forze dell'ordine.

Nel 2015 fu emesso un mandato europeo di cattura nei suoi confronti: nel frattempo, infatti, aveva tranquillamente ripreso la carriera agonistica con l'obiettivo di partecipare ai Giochi di Rio del 2016. Quell'anno, tuttavia, fu estradato in Gran Bretagna per finire alla sbarra a causa del reato compiuto ai danni della bambina

Dopo il processo, Steven van de Velde fu condannato a 4 anni di reclusione, ma scontò solo 13 mesi della pena comminatagli dai giudici: i primi 12 li trascorse dietro le sbarre di un carcere britannico, l'ultimo in Olanda, dove fu trasferito dopo che i due Paesi raggiunsero un accordo. Rilasciato all'inizio del 2017, riprese l'attività agonistica dopo aver scontato poco più di un quarto della pena.

Ora è stato addirittura selezionato per rappresentare il suo Paese ai Giochi Olimpici, una decisione che ha scatenato le ire delle associazioni a sostegno delle donne vittime di violenza ma anche dei comitati olimpici di altri Paesi, i quali hanno criticato la scelta del Noc. Un mare di polemiche che ha spinto il Comitato olimpico olandese a dichiarare che l'atleta è potuto tornare in campo "dopo un programma di trattamento specialistico"."Van de Velde ha pienamente soddisfatto tutti i requisiti e ha soddisfatto tutte le rigorose soglie di valutazione del rischio, i controlli e la dovuta diligenza. Gli esperti hanno affermato che non vi è alcun rischio di recidiva", ha aggiunto il Noc.

Il diretto interessato, divenuto per la prima volta padre nel 2022, ha già annunciato che non rilascerà alcuna dichiarazione in merito alla vicenda.

"Non posso tornare indietro, quindi dovrò sopportarne le conseguenze. È stato il più grande errore della mia vita", ha dichiarato l'atleta qualche tempo fa ai media del suo Paese. Van de Velde rimarrà fuori dal villaggio olimpico per evitare di finire al centro delle polemiche.

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