Che cosa si può dire di una ragazza che muore a 25 anni? Era la domanda che si poneva Erich Segal in Love story, il film manifesto dell'amore. Erano 25 gli anni della protagonista, sono tragicamente 20, neppure 20, lo sarebbero stati a novembre, quelli di Matilde Lorenzi. Che cosa si può dire mentre ci si stringe forte forte ai suoi cari? Si può dire che anche questa è la tragica interruzione di una storia d'amore. Perché che cos'altro sono, se non una storia d’ amore, la dedizione, i sacrifici e la passione che alimentano queste splendide e coraggiose ragazze? Ragazze e ragazzi, i nostri sportivi, che celebriamo e applaudiamo e che spesso dimentichiamo per troppo e lungo tempo. “Il talento si coltiva provandoci in continuazione, credendoci sempre, perché il talento è anche sapersi rialzare” diceva Matilde.
Cos'altro è se non una storia d’amore destinare gli anni migliori della vita allo sport che poi, e non smetteremo mai di ricordarlo, non è solo vita ma ultra vita. Perché nello sport tutto e proprio tutto va a mille all'ora, emozioni, sentimenti, illusioni e delusioni si assaporano e subiscono a nervi scoperti.
Cosa si può dire di una ragazza che muore a neppure venti anni? Che Matilde era innamorata, che Matilde era appassionata, che Matilde viveva a mille all'ora questo suo amore, questa sua ultra vita che l'avrebbe portata ad altri successi e alle olimpiadi. Amava tutto dello sci, conoscendo tutto dello sci e del proprio amore.
Che cosa si può dire di una ragazza che per la propria passione è morta a neppure venti anni? Solo questo. Il resto è il silenzio che si deve a lei e ai suoi cari.
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