La celebre pista d'atletica leggera presente allo Stade de France di Parigi dove ha gareggiato il nostro Marcell Jacobs assieme ai velocisti più forti del pianeta "parla" italiano ed è formata da molluschi pescati direttamente dal nostro Mar Mediterraneo. E sì, anche alle Olimpiadi 2024 l'eccelleza italiana è assoluta protagonista grazie alla collaborazione tra Mondo, azienda leader nel settore delle pavimentazioni sportive con sede in Piemonte e Nieddittas, cooperativa di pescatori fondata ad Arborea (Oristano) nel 1967 e leader in Sardegna nella mitilicoltura e nella pesca.
Gli "ingedienti" della pista
L'unione delle forze ha permesso di creare il capolavoro high-tech dove non corre soltanto la velocità dei 100 e 200 metri ma anche tutte le altre fino ai diecimila metri: insieme hanno messo a punto una nuova filiera produttiva che ricicla i gusci dei "molluschi bivalvi", in pratica cozze e vongole, come miscela per la pista d'atletica. "Questi gusci sono ricchi di carbonato di calcio, un materiale spesso utilizzato nelle pavimentazioni resilienti. Nieddittas produce, pulisce e prepara i gusci che vengono poi macinati in polvere per l'uso nelle piste di atletica di Mondo", spiegano gli esperti. Anche per queste ragioni, rispetto al tradizionale colore rosso la pista parigina è di colore viola.
Minor impatto ambientale
L'azienda piemontese fa sapere che in questo modo si stanno creando nuove generazioni di superfici per pavimenti sportivi sempre più sostenibili: "costruire una pista di atletica con carbonato biogenico è come compensare le emissioni di un'auto diesel Euro 4 che percorre 60mila km. Inoltre, impedisce lo smaltimento di decine di tonnellate di rifiuti in discarica". I gusci delle cozze, insomma, aiutano a limitare le emissioni di CO2.
I benefici per gli atleti
Oltre agli "ingedienti" sopra menzionati, la pista d'atletica parigina è molto amata dagli atleti grazie a una nuova superficie che utilizza la tecnologia "Ellisse Impulse" che assorbe ancora meglio le prestazioni di chi corre grazie a una combinazione di assorbimento, rilascio uniforme di energia e comportamento elastico ridefinito. In questo caso la mano vincente è stata data dalla collaborazione con il Laboratorio di Ingegneria dei Polimeri del Politecnico di Milano (PolyEngLab) che grazie ad analisi dettagliate hanno dato via a una nuova progettazione "di una nuova geometria per la sottobase della superficie prefabbricata della pista".
In questa maniera gli atleti sono parte integrante della pista e viceversa ed è possiible la "ricostruzione di ogni aspetto dei movimenti atletici in modo ripetibile, cosa non fattibile con i metodi e le tempistiche tradizionali".
Con questa nuova superficie si possono prevenire gli infortuni grazie a minori sforzi per le articolazioni e migliora anche le prestazioni dei protagonisti in gara supportando i loro movimenti "in modo che l'energia venga restituita all'atleta in modo ideale e nei tempi giusti per prestazioni ottimali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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