Terragni: "Chiedere alle donne come Carini di fare un passo indietro è patriarcato"

La giornalista e femminista Marina Terragni spiega perché ha firmato una petizione per chiedere di reintrodurre il sex test alle Olimpiadi

Terragni: "Chiedere alle donne come Carini di fare un passo indietro è patriarcato"
00:00 00:00

“Noi non siamo putiniane, anti-algerine o complottiste”. La giornalista e femminista Marina Terragni ci tiene a precisare che la petizione su change.org ha il solo scopo di reintrodurre il sex test alle Olimpiadi, un semplice tampone che si fa all’interno della guancia per rilevare una quantità di cellule sufficiente a capire se uno sportivo è uomo o donna.

Come nasce questa petizione?
“Nasce dalla volontà di supportare la proposta di Reem Alsalem, rapporteur contro la violenza sulle donne delle Nazioni Unite, che intende parlare di questo tema all’assemblea generale del prossimo autunno. Poi, ovviamente, tutto è nato da una situazione che mi sembra penosa per tutti, a cominciare dalle due atlete che, dopo anni di preparazione, si sono confrontate ad armi non pari. Questo tampone eviterebbe ogni diatriba”.

È una vicenda da cui il mondo dello sport ne esce con le ossa rotte?

“Sebastian Coe, presidente di World Athletics che un anno fa ha deciso che le persone che compiono una transizione dal maschile al femminile non possono gareggiare con le donne, ha dichiarato che l’etica e il rispetto delle donne è superiore a qualunque strategia di tipo inclusivo. Queste Olimpiadi, invece, sia con la cerimonia d’apertura sia con queste ultime vicende, stiano affermando il contrario e, anzi, l’inclusività viene vista come valore prioritario. Nello sport si parla di corpi e della loro materialità e non di passaporti o di documenti che oggi, soprattutto in alcuni Paesi, possono essere facilmente modificati”.

E anche la politica è a pezzi?

“Il tema del gender è talmente grande che non è bello approfittare di queste situazioni per fare politica di bottega. È un argomento che va affrontato in tutta la sua importanza e complessità perché è un tema centrale anche nella corsa per le presidenziali Usa tanto è vero che Kamala Harris ha aperto la campagna elettorale con le drag-queen”.

La sinistra è sembrata preoccupata più di difendere l’atleta algerina piuttosto che l’italiana. È parso anche a lei?

“Ho visto troppe critiche sul comportamento tenuto da Angela Carini e sul fatto che non abbia combattuto. Secondo me la questione trascende il singolo episodio e la solidarietà nei confronti di una persona intersex va fatta nei limiti del possibile. Non si può pretendere sempre dalle donne che facciano un passo indietro. Questa, anzi, è una logica di tipo patriarcale in cui è la donna a dover comprendere e sacrificarsi. Questo non può funzionare per le atlete che si sono spese per arrivare alle Olimpiadi e che hanno visto questa situazione come un’ingiustizia. Non si può chiedere alle donne di praticare l’inclusività a danno di sé stesse”.

A proposito di inclusività, cosa pensa della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi dove le drag-queen sono state protagoniste?

“Anche in ragione della dura battaglia politica tra

Macron e Le Pen si è voluto consacrare le Olimpiadi alla difesa dei diritti ad ogni costo. È una scelta molto chiara che ad alcuni è sembrata innovativa, mentre altri hanno visto sacrificato lo spirito sportivo e olimpico”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica