"È stata cresciuta come una ragazza". Il papà di Imane Khelif la difende in tv

Imane Khelif è nata femmina ed è stata cresciuta come tale, parola del padre. Ma si continua a ignorare il tema dell'iperandroginismo

Imane Khelif
Imane Khelif
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Imane Khelif è una donna e su questo non ci sono dubbi. Quel che viene contestato, e sul quale il Cio continua a non rispondere, è altro, ossia i livelli di testosterone e la genetica dell'atleta, che se fosse realmente intersessuale (come ammettono anche i suoi sostenitori), potrebbe avere dei vantaggi nei confronti delle altre pugili. Il punto, ormai, è questo. Tuttavia, si continua a ribadire che Khelif sia nata donna, come ha fatto, giustamente, suo padre in un'intervista rilasciata all'emittente francese BfmTv.

"Mia figlia è una ragazza, è stata cresciuta come una ragazza", ha dichiarato il padre nell'intervista rilasciata nel suo paese natale, Tiaret. "È una ragazza forte e coraggiosa", ha aggiunto ancora l'uomo. Nella descrizione del papà, Khelif ha "forte volontà nel lavoro e nell’allenamento" e Carini ha abbandonato semplicemente perché "era incapace di battere mia figlia". Per dimostrare che sua figlia è nata femmina, quindi, l'uomo ha mostrato alle telecamere il certificato di nascita del 1999, dove è stato scritto nero su bianco che Imane Khelif è nata femmina. "Questo documento non mente, è stato registrato nel 1999. Le persone che mentono e portano avanti una campagna feroce contro di lei sono nemici di Dio".

L'errore iniziale su Khelif è stato pensare che fosse un'atleta transessuale ma, accertato che non è così, il tema è stato spostato su un altro argomento, che è la quantità di testosterone prodotta dal suo corpo e la possibilità che abbia geni XY. Un dubbio che non è assurdo, considerato che è stata esclusa dal circuito mondiale dall'Iba per quel motivo. Esiste una storia su questa ragazza e l'argomentazione sulla sua partecipazione ai tornei femminili, che escluderebbe l'eventualità di un iperandrogenismo, non regge.

Nel 2023, un anno fa, Khelif è stata esclusa e da quel momento non ha fatto altre competizioni di alto livello nel circuito mondiale. Se nel 2023 è stato fatto il test genetico, che non è stato fatto in precedenza, ed è stato rinvenuto il cromosoma XY, questo deve porre una questione di opportunità sulla quale il Cio non può girare la faccia in nome dell'inclusione, sostenendo che nel passaporto Khelif è donna.

Bisogna andare oltre e ragionare senza ideologie su come tutelare tutte le atlete, non solo una parte. E non bisogna ignorare la paura delle pugili di scontrarsi con un'atleta la cui forza è paragonabile a quella di un ragazzo.

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