Altro che Crichton, la fanta-ecologia si chiama Schatzing

Che cosa succederebbe se gli animali marini, stanchi di sopportare l’attacco sconsiderato che l’uomo porta alle acque del pianeta avvelenandole, scaricandovi rifiuti e liquami, gettandovi micidiali reti a strascico, si ribellassero e cominciassero a fargli guerra? Ho letto le prime pagine de Il quinto giorno di Frank Schatzing (Edizioni Nord, pagg. 1032, euro 22) nel periodo in cui cominciavo a farmi le solite nuotate quotidiane rasentando un vecchio molo sempre pieno di gabbiani: vi assicuro che, dopo qualche ora di lettura, quei gabbiani bianchi con il becco arcuato e gli occhi tesi verso il sole che a tratti si voltavano senza un perché verso di me mi incutevano un senso di minaccia come mai prima. Ma poi andando avanti nella lettura con quel piacere un po’ ossessivo, perturbatore che solo i grandi libri del mistero ti danno, scopro che a minacciare l’umanità sono sì gli animali marini, ma governati da intelligenze complesse e antichissime insediate nel loro cervello e che seguono un piano sistematico di distruzione. Cominciano a sparire battelli di pescatori al largo del Perù, balene e orche attaccano con ferocia precisa le imbarcazioni dei whale-watchers, mitili si aggregano a migliaia intorno alle eliche giganti delle petroliere bloccandone il timone, meduse e granchi velenosi sciamano sulle rive, e vermi sino a ora sconosciuti rodono gli idrati di metano sul fondo della scarpata continentale davanti alle coste della Norvegia, provocando nel mare del Nord uno tsunami devastatore. Questa intelligenza superiore appartiene agli yrr, creature che abitano da milioni di anni negli abissi degli Oceani, e che hanno una struttura molecolare particolarissima, assomigliano a una gelatina luminosa che può scindersi, ricomporsi e metamorfosarsi senza posa. I personaggi che lottano per contrapporsi alla minaccia misteriosa, che cercano innanzi tutto di capire, di svelare, di allargare i confini della nostra percezione dell’essere naturale, sono tutti ben costruiti, e tra tutti spicca un biologo norvegese, Sigur Johanson, un bon-vivant che sa apprezzare i grandi Bordeaux e li sa accoppiare con i grandi formaggi, e che pratica la ricerca con un malinconico, disincantato eroismo; e poi Leon Anawak, un esperto di fauna marina di origine inuit, che fa i conti con la componente indiana, eschimese che ha in sé, prima ripudiandola e poi riscoprendone la saggezza sciamanica. Belli anche i personaggi femminili, da Tina a Karen ad Alicia a Samantha detta Sam tra i buoni, e un fascino ambiguo ha anche Judith Li, dai begli occhi color giada, generalessa dell’esercito statunitense in cerca di gloria e di promozione politica, cui tocca man mano un ruolo sempre più perfido. Il libro offre agli appassionati di cose di mare bellissime descrizioni di porti, di banchine, di container con le loro architetture cieche, di navi, di paesaggi polari. E offre una serie di lunghe ma sempre vivaci dissertazioni scientifiche: in realtà, a leggere i ringraziamenti, si capisce che è un concentrato di università tedesca, con il suo rigore teoretico, a travasarsi nel libro, arricchendolo e fornendo a noi lettori una serie di informazioni inattese. Ma soprattutto questo romanzo, che sarebbe davvero limitativo definire di genere e recludere nei recinti della fantascienza, è un grande romanzo sul destino dell’uomo, della natura, del pianeta. È un romanzo che ci parla dei pensieri “tortuosi” di Dio che si incarnano nella vastità del creato, e il titolo opportunamente scelto per l’edizione italiana, Il quinto giorno (il titolo originale è Der Schwarm, lo sciame) rimanda al giorno della creazione in cui Dio fece il mare, con i suoi misteri e i suoi abissi. Intessuto di scienza e di mito, di avventura e di ansie metafisiche, di ecologismo e di riflessioni etico-politiche, il libro di Schatzing è la risposta della Vecchia Europa al best seller anglosassone, spesso di pura evasione. Critico della egemonia americana (con un agente della Cia un po’ di maniera e la generalessa Li posseduta da una violenza un po’ parossistica), del potere alle armi rispetto a quello che toccherebbe al sapere, delle religioni monoteiste, il libro di Schatzing ha una grandiosità visionaria, allucinatoria che ti si attacca addosso. Vedi gli yrr, gelatinosi e lucenti, scindersi e ricomporsi nelle profondità marine, i granchi in cui gli yrr si sono insediati attaccare a milioni Long Island, New York e Boston, vedi i vermi dentati agli ordini degli yrr che divorano gli idrati di metano del fondale e lo tsunami («l’onda di porto») battere le coste della Norvegia e distruggerle. Cogli tutto il malessere apocalittico della nostra civiltà al bivio.

Apri questo volume di mille pagine e percorrilo, caro lettore, vedrai quante sorprese e quante riflessioni e quanto turbamento. Io l’ho letto senza smettere, tra piacere e una ansia segreta, come da ragazzo leggevo i capolavori di Jules Verne.

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