
Corea del Sud, Polonia e Giappone osservano con molto interesse l'evolversi della situazione in Ucraina. In base a quanto accadrà, a quando, se e come si svolgeranno i negoziati tra Stati Uniti e Russia, i tre partner Usa potrebbero prendere adeguati provvedimenti per tutelarsi in vista di minacce future. Tra le varie ipotesi messe sul tavolo dagli analisti ce n'è una particolarmente provocatoria secondo la quale Seoul, Varsavia e Tokyo farebbero bene a dotarsi di uno scudo nucleare. Il motivo? Nel 1994 Kiev rinunciò alle sue armi nucleari in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Washington e Mosca, che avrebbero dovuto rispettare i confini e la sovranità del territorio ucraino. Tuttavia le cose sarebbero andate diversamente, visto il conflitto venutosi a creare tra il Cremlino e il governo ucraino, e considerando che all'orizzonte si profila una presumibile maxi intesa tra Donald Trump e Vladimir Putin proprio sull'Ucraina. Ma se sudcoreani, polacchi e giapponesi dovessero un giorno, per svariati motivi, ritrovarsi in una situazione simile a quella ucraina, potrebbero contare sull'apporto degli Usa? Con Trump in carica la risposta non è scontata. E per questo c'è chi sta ipotizzando la nuclearizzazione dei tre Paesi.
Armi nucleari come deterrente
Il sito Asia Times, per esempio, fa notare il caso della Corea del Nord. Nel 2006, il Paese dei Kim ha testato la sua prima arma nucleare e ora si stima che ne possa avere una cinquantina. Ebbene, nonostante sia circondata da potenze ostili e alleati ambigui, la Corea del Nord, pur con tutti i suoi limiti, non è mai stata seriamente minacciata di guerra negli anni da quando è diventata "nucleare". "La morale di queste e altre storie è dolorosamente, spiacevolmente chiara. Il mondo moderno è un luogo in cui le grandi potenze dotate di armi nucleari, guidate da leader autoritari, spesso sentono l'impulso di intimidire le nazioni più piccole", ha scritto il portale. Il possesso di armi nucleari potrebbe dunque assicurare ad alcuni governi una maggiore sicurezza di fronte a potenziali minacce. Sia chiaro, questo non significa che immunità completa (Israele è stato attaccato), ma avere uno scudo nucleare migliora notevolmente la sicurezza di un piccolo Paese.
Qui entrano in gioco Polonia, Corea del Sud e Giappone. Partiamo dalla prima. In Europa, Varsavia è minacciata dalla Russia. C'è chi sostiene che, nel caso in cui l'Ucraina dovesse cadere, Mosca possa pensare di mettere nel mirino la nazione polacca. Fantapolitica? Nel frattempo, in Asia, Giappone e Corea del Sud devono fare i conti con la citata Corea del Nord e con la Cina. Dunque, questi tre Paesi avrebbero bisogno di qualcosa per sostituire la deterrenza fallimentare delle loro alleanze con gli Stati Uniti. Di cosa? Dell'arma nucleare, sostengono alcuni analisti, al netto delle conseguenze derivanti da un simile colpo di scena.
La strategia degli Usa
I fautori di una simile ipotesi si giustificano analizzando gli Usa. In primis, gli Stati Uniti non siano psicologicamente ed economicamente preparati a combattere contro la Cina nell'Indo-Pacifico, né interessati a combattere contro la Russia in Europa. Poi Washington deve fare i conti con base industriale-difensiva "arrugginita" e da rimettere a nuovo. C'è infine da considerare l'approccio di Trump, un presidente che ha più volte attaccato i partner del suo Paese per aver fatto troppo affidamento (gratuito) sull'ombrello difensivo americano.
Come se non bastasse, i Paesi al di fuori del sistema di alleanze degli Stati Uniti sono impegnati nella loro proliferazione nucleare ormai da molti anni, e quindi non reagire di fronte a questa strategia non impedirà che la
proliferazione nucleare si verifichi; la renderà semplicemente unilaterale. Il risultato? Gli alleati degli Usa non sono più certi che gli Stati Uniti interveranno in loro difesa con armi nucleari se venissero attaccati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.