
Le condizioni di salute di Papa Francesco «permangono critiche» e la «prognosi resta riservata». Non ci sono state nuove crisi respiratorie ma sono state necessarie due nuove trasfusioni di sangue.
Dopo il buio e la paura di due giorni fa, quando per Bergoglio si era reso necessario l'utilizzo di naselli ad alto flusso e una trasfusione per una carenza di piastrine e anemia, il bollettino di ieri sera, a conclusione di una giornata di esami, tra ansie e attese, sembra aprire uno spiraglio di luce. Bergoglio «continua ad essere vigile e ben orientato», si alimenta, parla e ieri ha anche partecipato alla messa.
In particolare, dal bollettino serale si evidenziano due elementi positivi: Papa Francesco non ha presentato «ulteriori crisi respiratorie», il valore delle piastrine è rimasto stabile, seppure carente, mentre è risalito il valore dell'emoglobina grazie a «due unità di emazie concentrate».
L'aspetto preoccupante, invece, è che per la prima volta si parla di una seppure iniziale e lieve «insufficienza renale, allo stato sotto controllo». Ma «è un evento quasi fisiologico in presenza di una infezione, di una anemizzazione e di una scarsa ossigenazione. Il rene è un organo molto vascolarizzato e per questo ha bisogno di ossigeno per funzionare al meglio», ha osservato Luca De Nicola, presidente della Società italiana di Nefrologia.
Anche durante la giornata di ieri, il Pontefice ha avuto bisogno di «ossigenoterapia ad alti flussi attraverso le cannule nasali». Ma dal Vaticano rassicurano che Bergoglio non ha mai smesso di essere vigile. In conclusione, vista «la complessità del quadro clinico», e «l'attesa necessaria affinché le terapie farmacologiche possano dare qualche riscontro» la «prognosi resta riservata».
In mattinata il Vaticano si era limitato alla laconica frase «la notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato». Alcune fonti avevano precisato che «la crisi emergenziale» di due giorni fa, con l'applicazione di ossigeno ad alti flussi e trasfusioni di sangue, era rientrata. Tuttavia, anche ieri, Bergoglio ha avuto bisogno dell'ossigeno con l'impiego dei naselli. «Non ci sono state altre trasfusioni di sangue» e il Papa «ha mangiato normalmente», hanno riferito nel corso della giornata fonti vaticane. La situazione, dunque, pur rimanendo «critica» sembra leggermente più distesa. Sembrerebbe che, oltre al diktat sull'assoluto riposo, prudenza e pazienza siano le due parole a cui aggrapparsi. Perché, per comprendere l'evoluzione delle cose si dovrà aspettare.
«Il Papa è sostenuto dall'affetto e dalle preghiere che stanno arrivando in questi giorni», raccontano dall'entourage papale. A farsi portavoce di una comunità intera che prega per il Pontefice, ricoverato dal 14 febbraio al Policlinico Agostino Gemelli per una polmonite bilaterale, è stato monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, che nella messa celebrata nella Basilica di San Pietro per il Giubileo dei Diaconi, ha detto: «Papa Francesco, benché in un letto d'ospedale, lo sentiamo vicino a noi, presente in mezzo a noi. Questo ci obbliga a rendere ancora più forte e più intensa la nostra preghiera, perché il Signore lo assista nel momento della prova e della malattia».
Il Papa, insomma, «continua a essere vigile e ben
orientato», come spiega una fonte vaticana. Inoltre, nel corso della mattina, presso l'appartamento allestito al decimo piano, ha partecipato alla Santa Messa, insieme a quanti in questi giorni di degenza si prendono cura di lui.
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