Altro che moneta debole, Christie's batte un «dollaro» di Warhol per 2,6 milioni

Per riprendersi da una rapina da 40 milioni di sterline subita la scorsa estate, il gioielliere inglese Graff si è buttato sull'arte moderna. Dopo un ritratto del re della pop art, acquistato in novembre per 4,6 milioni da Sotheby's a New York, l'altra sera a Londra ha comprato una serigrafia realizzata dall'artista nel 1981

Si è ripreso in fretta dalla rapina subita la scorsa estate Laurence Graff, che giovedì sera da Christie's a Londa si è aggiudicato il «Dollaro» una serigrafia di Andy Warhol per l'apprezzabile somma di 2,6 milioni di euro. Alla faccia del «dollaro debole». Ben lontano però da «200 one dollar bills», altra serigrafia dello stesso autore, aggiudicato a novembre da Sotheby's a New York per oltre 40 milioni di dollari, circa 30 in euro.
Graff è una delle più note case di gioielli al mondo e il suo sito internet, guarda caso, oltre all'inglese, prevede come lingue l'arabo, il russo, il cinese e il giapponese. Ha un ventina di filiali nelle principali città sparse nei cinque continenti e sede a Londra in New Bond Street. Oggetto in agosto del solito «colpo del secolo»: due banditi armati hanno preso in ostaggio i dipendenti e sono fuggiti con 43 oggetti dal valore di 40 milioni di sterline, circa 50 milioni di euro. Per altro, questo è già il secondo assalto del decennio, visto che nel 2003 i banditi razziarono gioielli per 23 milioni di euro.
Una bella mazzata a cui il patron della gioielleria ha cercato di consolarsi con l'arte moderna, Andy Warhol in particolare. Ha cominciato ad allenarsi lo scorso novembre acquistano un autoritratto del re della pop art per 6,1 milioni di dollari, circa 4,5 milioni di euro. Ma si è visto passare sotto il naso il famoso «200 dollar bills» realizzato nella primavera 1962, una riproduzione di 200 biglietti da un dollaro, battuto appunto per 43,7 milioni di dollari. A febbraio ha speso altri 15 milioni di sterline, oltre 17 in euro, da Christie's, più della la metà per aggiudicarsi un ritratto di Pablo Picasso. L'altra sera è tornato alla carica acquistando un nudo del 1962 di Yves Klein, pittore francese esponente della corrente «neo dadaista». Graff ha pagato 4,1 milioni di sterline (4,7 in euro) per «Anthropometrie», venduto per 388,5 sterline nel 2001. Quindi è arrivato fino a 2,3 milioni di sterline (2,6 in euro) per l'opera realizzata nel 1981 da Warhol, venduta per 1,6 da Sotheby's a New York nel novembre 2005.
Il «segno del dollaro», la «S» della moneta statunitense in rosso riprodotta e rivisita in infinite varianti, è una serie creata nel 1981 dallo stravagante e geniale artista americano. Figlio di immigrati slovacchi di etnia Rutena, il suo vero nome era Andrew Warhola, nacque a Pittsburgh il 6 agosto 1928. Esponente di spicco della pop art, aveva la sua cifra stilistica nella riproduzione ossessiva dello stesso soggetto, usando soprattutto la tecnica della serigrafia. Potevano essere personaggi famosi come Marilyn Monroe, Mao Zedong, Che Guevara, grandi marchi commerciali, bottiglie di Coca Cola, lattine di zuppa Campbell's, detersivi Brillo, ma anche immagini di forte impatto emotivo come incidenti stradali o sedie elettriche. Esplorò tuttavia anche altre strade artistiche, come scultura e regia cinematografica, senza disdegnare l'impegno, ben remunerato, in pubblicità. Famosa è rimasta negli anni '80 la sua presenza come testimonial per la campagna di «Amiga 1000», nuovo computer della Commodore, e della rivista Vogue America.
Il 3 giugno 1968, un'artista frequentatrice della «Factory» di Warhol, Valerie Solanas, sparò a Warhol e al suo compagno Mario Amaya. Entrambi sopravvissero ma Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite da cui non si riprese mai completamente.

Morì infatti nel 1987 in un ospedale di New York, in seguito a una banale operazione alla cistifellea. Rimane anche famoso il suo motto: «Tutti avranno prima o poi il loro quarto d'ora di celebrità», alludendo alla facilità e alla banalità con cui in questa società si può raggiungere una certa popolarità.

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