Vita dura per chi vuol uscire dal mondo del crimine. Durissima. Anche se sei un sicario che ha fatto carriera e i fucili li costruisci, anziché usarli. Li metti a punto per uomini senza scrupoli e donne con i nervi saldi e un cuore gelido. Glaciale. Anche se ti chiami «mister Farfalla» e hai la faccia di George Clooney. Oltre che una mira perfetta. L'ultimo fucile di George Clooney è il confronto con il sicario che il grande burattinaio occulto gli scatena contro. Per ucciderlo. E alla fine «The american», il romanzo di Martin Booth diventato un film approdato sugli schermi italiani per la regia di Anton Corbijn con lo stesso Clooney e Violante Placido, semina morte e si conclude con corpi morti trapassati di proiettili e rivoli di sangue.
Ora il libro che ha dato l'idea a Corbijn per confezionare una pellicola che lascia qualche interrogativo è in libreria (Newton Compton, pp. 288, euro 12,90) e ripropone al pubblico dei lettori un autore morto a soli sessant'anni con una massiccia produzione editoriale. «The american» racconta la vita di uno straniero che si nasconde nelle pieghe di un Abruzzo scabro. Talvolta arido. Costellato di personaggi che nascondono segreti ed altri che si nascondo dietro i loro segreti. Come il sacerdote che si appartava in giardino con le fidanzate fino a farci un figlio che fa il meccanico del paese. O la prostituta Clara (una Violante Placido eternamente nuda nel film) che non conosce l'amore se non come merce di scambio, ma impara anche che esiste una cosa che si chiama sentimento. E non si vende, né si compra.
Lo imparerà a sue spese, Clara. E l'unico amore vero della sua vita sparirà sul più bello. Alle soglie del sogno. Si gioca sul confine vita-morte, amore-sesso, odio-affetto la tensione di questa trama nata tra le pagine di questo libro e trasposta nei fotogrammi del film. E il fucile da mettere a punto in modo che sia pronto per sparare è il contatto tra la vita e la morte, dove l'una si trasforma nel secondo nello spazio di un clic. Un clic che interrompe il rapporto amore-sesso facendo sì che il secondo si trasformi nel primo. Lo stesso clic che divide odio e devozione.
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