Storia d'amore e di coltello. Coltello per dire sangue. Angel e Ana uccidono con le pistole. Le bombe. Perfino una mitraglietta. Storia di un amore randagio. Di vent'anni buttati al vento. Sull'altare di una vita vissuta a mille all'ora. Per le strade di Barcellona. Uccidendo per soldi. E per sfregio. Per il desiderio di mostrare il volto truce dei vent'anni. Quelli di Ana, donna insofferente agli schemi. E forse anche a se stessa. Sesso, droga e poco rock 'n roll. Anche se Jim Morrison e la sua musica fanno capolino tra le pagine di Roberto Bolano, autore cult di questo scorcio di XXI secolo, del quale esce in libreria il suo romanzo d'esordio «Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce» (Sellerio, pp. 220, euro 13), scritto a quattro mani con Andoni Garcia Porta. E oggi che Bolano non è più - è morto nel 2003 a soli cinquant'anni - i suoi libri ci lasciano il ritratto di uno scrittore vivace che sa farsi amare con le sue righe a tinte forti.
Angel Rios è un innamorato. Di una musica, quella dei Doors. Di un autore, il Joyce dell'Ulisse. Della penna, quella di uno scrittore in crisi di ispirazione e in cerca di un editore. Della vita vissuta pericolosamente. E soprattutto di una donna, quella Ana, amante criminale e irresistibile, che ama riamata lui e tanti altri allo stesso tempo. Quella di Angel, tuttavia, è un'esistenza selvaggia. Fatta di sogni sfasciati tra mille discussioni colte. Fatta di sogni sfasciati tra spinelli e rivoltelle. Tra sequestri e fughe. Un'esistenza dove il male e le atrocità si mescolano alla più scontata normalità. Dove il cuore di una donna ha un prezzo altissimo. Quello delle imprese criminali che hanno lasciato tracce e orme nel cinema e nell'immaginario. Bonnie e Clyde. «All'ultimo respiro» di Godard. Fughe perenni. Da tutti e da se stessi. Come Ana e Angel. Che finiranno i loro giorni in maniera diversa. Che lasceranno, nelle ultime pagine del libro, immagini differenti. Punizione e riscatto.
La verità è che Bolano non dà consigli nei «Consigli», ma fa rivivere le avventure e le disavventure di molta gioventù di oggi. Al confine. Tra bene e male. Dove il margine è labile. Oscillante. Quasi inesistente. E sorpassarlo è un attimo. E' un continuo entrare e uscire dalla legalità e dalla normalità. Una storia che piacerebbe a Tarantino. Una storia pulp, dove non ci sono opposti, ma simili che si attraggono e si respingono. Dove il «re lucertola» suona la fine. «The end». Una melodia inquietante. Una colonna sonora che pervade le pagine di due giovani in preda all'autodistruzione.
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