Ma, scusate, perché nessuno si straccia le vesti per la povera Luisella Costamagna? Perché nessuno grida alla censura per la bionda giornalista de La7 che non va più «In onda»? Perché la cacciata di Santoro e Dandini diventa un problema più urgente della crisi economica e invece quella della bella anchorman, per giunta spodestata da un giornalista di destra, per giunta «berlusconiano», per giunta vice direttore del giornale (questo) della real casa, passa sotto tono? Si risponderà: un conto è che la censura la faccia una televisione pubblica pagata con i soldi di tutti, un conto che lo faccia una rete privata.
Eh, no, risposta sbagliata: il mancato arrivo di Santoro alla privatissima La7 ha fatto ancor più casino dell’uscita del medesimo dalla Rai. Boh, sarà che pure i martiri sono divisi tra serie «A» e serie «B», sta di fatto che Luisella è stata - e pure bruscamente - tolta dalla sua scrivania della trasmissione In onda e da questa sera al suo posto, accanto a Luca Telese, siederà Nicola Porro, che, appunto, i nostri lettori conoscono bene. Ma, si dirà, proprio voi del Giornale state a sollevare questo problema? Dovreste solo gioirne e fare gli auguri di rito al vice direttore. Vero. Il fatto è che la fine della povera Luisella, per cui nessun politico ha speso una riga di Ansa, ci ricorda che forse certe battaglie sono un tantino ipocrite.
Ma, scusate ancora, in Rai si strepita contro lo «smantellamento» di Raitre, contro la «normalizzazione dell’azienda» voluta da Berlusconi in persona e per La7, dove dichiaratamente si è andati a caccia di giornalisti di destra per «riequilibrare» una rete troppo sbilanciata a sinistra con tutti quei fighetti di Lerner, Mentana, Gruber e pure, in ultimo, Formigli, non ci si scandalizza? Intendiamoci, mica siamo qui a gufare contro il nostro vice direttore (ci mancherebbe, ne va pure del nostro stipendio), ma siamo in attesa di sapere che ruolo verrà assegnato alla brava, preparata e iper-scrupolosa giornalista torinese. Che, fatta fuori da una prima serata, non è prevista in nessuno spazietto del palinsesto in autunno e chissà in primavera.
Sono gli stessi Porro e Telese a confermare la linea dell’ad di Telecom Italia media Giovanni Stella (che da par suo, burbero com’è, non lo nega di certo). Scusa, Nicola, è vero che sei stato chiamato a In onda per controbilanciare la rete? (gli chiediamo inseguendolo in ufficio, consapevoli degli sberleffi conseguenti a un’intervista al proprio vice direttore). «I vertici de La7 sono ben consapevoli che gli italiani sono divisi al 50 per cento tra chi sostiene la sinistra e chi la destra», risponde dicendo in pratica di sì. E, Telese (raggiunto telefonicamente visto che lavora per il Fatto quotidiano e non più per il Giornale), conferma: «Alla rete sembrava giusto avere in trasmissione due conduttori con idee contrapposte».
Perfetto, dunque la Costamagna è stata fatta fuori perché è troppo di sinistra, come Telese... Altro che incompatibilità di carattere con lo stesso Telese (che comunque c’è tutta: i due si detestano). In definitiva, da stasera, a In Onda (ore 20,30, su La7, versione invernale al sabato e domenica) si affronteranno con lingue taglienti il «rosso» Luca contro l’«azzurro» Nicola. Visioni politiche diametralmente opposte, quindi più voci, più pluralismo, più equilibrio. Insomma, alla Rai sono dei dilettanti: a La7 riescono a far fuori una donna e pure comunista... senza colpo ferire.
Ci aspettiamo che ora Luisella si metta a strepitare, a gridare allo scandalo e raggiunga veloce il suo mentore Santoro (con cui mosse i primi passi a Moby Dick) per realizzare il nuovo network «più libero che ci sia».Se no, scusate, il mondo è proprio capovolto.
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