Lucio Giordano
da Capri
E se dopo Abatantuono e Boldi Avati sdoganasse anche Ezio Greggio? È qualcosa di più di unidea. Greggio e Avati si sono infatti incontrati martedì sera al Capri Hollywood festival. Hanno ricevuto il Capri award, uno come regista dell'anno, l'altro quale artista più cliccato sul web del 2005 e, durante la cena di gala, mentre fuori tirava tempesta, hanno parlato tutto il tempo. E non della Cossatese o della Virtus Bologna, ma di progetti. Da fare insieme. Non subito, visto che Avati è impegnato sul set di La cena per farli conoscere con Abatantuono, Francesca Neri, Vanessa Incontrada e Inés Sastre, mentre il conduttore di Striscia andrà avanti con il tg satirico di Canale 5 fino ai primi di marzo. Ma magari entro il 2006 sì: «Se è un augurio me lo incarto e lo porto a casa volentieri», dice Ezio Greggio volando basso: «Però è vero: sono anni che progettiamo di lavorare insieme».
Da quanto tempo conosce Avati?
«Più di dieci anni. Ci mandavamo i saluti attraverso amici comuni rinnovandoci ogni volta la reciproca stima professionale. Poi una sera abbiamo deciso di vederci in un ristorante di Bologna, con il fratello Antonio».
Sintonia?
«È dire poco. Avati è uno dei più grandi registi italiani. Ho visto tutti i suoi film e quando ci incontriamo ci divertiamo tantissimo. Pupi ha una indiscutibile vena umoristica, sa».
Dunque, cambio di rotta? È pronto a vestire i panni dell'attore impegnato?
«Anche dell'attore tragico, se è per questo. Tra i tre progetti di cui ho parlato con Pupi c'è una storia drammatica. E poi una commedia e un film sentimentale».
Ma di cosa parlino non lo direbbe nemmeno sotto tortura, vero?
«Neanche con la camera a gas nella stanza a fianco».
Voi comici siete molto attratti dal cinema impegnato...
«È un modo diverso di proporsi, sperimentarsi. E, rispetto ad un attore drammatico, siamo avvantaggiati. Per loro è più difficile far ridere. Prenda invece Boldi: grandissimo comico, bravissimo attore drammatico. Si riveda Festival, diretto guarda caso proprio da Pupi Avati».
A proposito di Boldi: che cosa dice del divorzio da De Sica?
«Ho seguito distrattamente perciò le posso rispondere solo a zona e non a uomo. Dunque, vorrà dire che Boldi e De Sica potranno misurarsi anche con film non soltanto natalizi. Però se vuole le do il mio parere».
Prego.
«Sono almeno sette, otto anni che raccontano ai quattro venti che questo sarà il loro ultimo film. Sono convinto invece che continueranno a lavorare in coppia anche il prossimo anno».
Lei ha recitato con loro in una decina di film. Che tipi sono?
«Grandi professionisti che fuori dal set ho frequentato poco. Ma non credo che abbiano un caratteraccio e che tra loro siano incompatibili, come sento dire. Boldi è un rabdomante della risata, uno dalla comicità spontanea, mentre De Sica è più tecnico. Un artista a tutto tondo».
Lei e Iacchetti siete invece una coppia a prova di bomba. C'è un segreto per durare così a lungo?
«Essere complementari professionalmente e amici veri, ma vedersi fuori dal set o dagli studi televisivi il meno possibile».
Striscia sembra aver smesso di prendere batoste da Affari tuoi...
«Mi permetto di correggerla. Di batoste non ne abbiamo mai prese. Dopo qualche settimana siamo tornati a battere la concorrenza con una certa frequenza. E quest'anno capita anche più spesso».
Forse perché Pupo non ha la stessa forza comunicativa di Bonolis?
«Guardi che Pupo è un bravissimo conduttore. Simpatico, divertente. La verità è che un programma come Striscia funziona da 18 anni perché ha dei contenuti forti. Gli altri sono solo dei giochi a premi».
Tra qualche settimana tornerà la Hunziker?
«Non è ancora ufficiale. Però il signor Enzino riprende a fare teatro con lo spettacolo The producer. Michelle, con la quale ho già lavorato lanno scorso, finisce la tournée di Tutti insieme appassionatamente e dunque abbiamo pensato a lei».
E lei a marzo cosa farà?
«Ho sottoposto un paio di progetti di fiction a Mediaset: una con, l'altra senza Enzino. Durante l'estate poi mi dedicherò all'organizzazione della sesta edizione del festival della commedia di Montecarlo, di cui sono direttore artistico».
Quindi niente più viaggi ad Hollywood per lavorare con Leslie Nielsen e Mel Brooks?
«Mi piacerebbe.
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