La fine dell'anno è il tempo dei bilanci. Lo è anche nel mondo della gastronomia, che nei giorni delle libagioni familiari fa un time out per riflettere su quello che è stato e su quello che sarà. Lo facciamo anche noi, assegnando sette premi (e un contro-premio) del 2024 gourmet.
Sorpresa dell'anno È Abba, ristorante aperto coraggiosamente da Fabio Abbatista nel Certosa District, una zona in via di sviluppo immobiliare che certo non aiuta inizialmente. Abbatista però è bravo, declina una cucina nitida e pulita, con una forte impronta vegetale e un'influenza pugliese, che deriva dalle sue origini, che però non scivola mai nel vernacolare. Il piatto che mi ha più colpito è la Melanzana ai carboni e cacioricotta. Molto bello anche il locale, in un pennellificio restaurato con eleganza e minimalismo. La cucina è un palcoscenico che dialoga con la sala.
Piatto dell'anno Il Risotto Acquerello invecchiato sette anni con zafferano bio mantecato con Parmigiano cento mesi, polline, fava tonka e olio al cipresso di La Cucina di Rho, dove lo chef e patròn Giacomo Marinaccio, coadiuvato in sala dalla compagna Nadia Petronio, sta iniziando a farsi largo nella considerazione dei foodies milanesi malgrado non sia facile convincere qualcuno ad andare a cena a Rho.
Giovane dell'anno Ci sono diversi chef «under 30» che si stanno facendo largo nella scena milanese, ma nel 2024 mi ha colpito particolarmente Emin Haziri, chef di Procaccini, nuovo ristorante aperto nella primavera scorsa al numero 33 dell'omonima via. Classe 1995, origini kosovare, formazione alla corte di Antonino Cannavacciuolo, Emin ha mostrato a Milano sguardo limpido, idee chiare e grande determinazione che ne faranno una stella, ne sono certo.
Servizio dell'anno Alla fine quello di Berton Ristorante, in via Mike Bongiorno, resta il più affidabile di tutti, anche se il livello medio a Milano è cresciuto decisamente. Ma il team composto dal direttore di sala Gianluca Laserra, dal sommelier Luca Enzo Bertè e dai loro collaboratori trasforma ogni pasto in una passeggiata sulle nuvole.
Atmosfera dell'anno Dire Trippa è scontato. Dire Silvano pure. Quest'anno mi ha colpito molto l'ambiente di Trattoria della Gloria, di chef Tommaso Melilli e dei soci Rocco Galasso e Luca Gennati, un bistrot «anarchico» dove tutto funziona anche nel caos creativo di una fabbrica di idee. Il locale del futuro prossimo.
Pizza dell'anno Vince per distacco quella di Confine, che quest'anno ha fatto salire per la prima volta Milano sul podio di 50 Top Pizza, la più autorevole lista del settore (terzo posto). Francesco Capece al forno e Mario Ventura alla sala e alla cantina hanno dato nuova forma alla tradizione, proponendo diversi stili in una degustazione che resta una delle migliori cose che possano accadere su una tavola milanese.
Qualità/prezzo dell'anno Il menu a 75 euro offerto da Fourghetti, l'insegna bolognese che ha in autunno traslocato sul Naviglio Pavese, è quanto di meglio si possa avere a Milano a quel prezzo. Lo chef Giuseppe Gasperoni è bravo, ha avuto una stella al Povero Diavolo di Torriana e ha un senso della misura che andrebbe clonato.
Delusione dell'anno Sì, ci sono anche le serate che non vanno come si sperava.
La Trattoria del Ciumbia in Brera aperta dalla Triple Sea Food del rampollo d'oro Leonardo Delvecchio, è tutto quello che una trattoria contemporanea non dovrebbe essere: fredda, posticcia, candele finte sul tavolo, servizio sprovveduto e senza narrazione, cucina milanese corretta ma senza anima, prezzi alti (una birra da 75 cl di marca ignota a 17 euro!). Una trappola per turisti emblematica della deriva gastronomica di Brera.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.