Milano europea, la città laboratorio dItalia che ha portato al vertice di Palazzo Marino e dellAssolombarda, senza la retorica delle «quote rosa», due signore, esige attenzione e pone domande alle quali bisogna dare risposte certe. Milano è in grado di «fare sistema» e di svolgere un ruolo trainante per il Nord e quindi per lintero Paese, ma è necessario che il potere centrale assicuri risorse, infrastrutture adeguate, regole e metodi che consentano decisioni e realizzazioni rapide. E questo è il messaggio che viene dallassemblea degli imprenditori, un messaggio del quale tutti comprendono limportanza perché oggi la posta in gioco è il consolidamento della ripresa, lammodernamento del sistema economico, linnovazione. Lo ha capito anche il governo di Romano Prodi che ha inviato a Milano due ministri e un sottosegretario. LUnione prima del voto ha sottovalutato la «questione settentrionale», almeno nei fatti, perché nel programma cera tutto e il contrario di tutto. E il Nord ha premiato la Casa delle libertà. Adesso il governo cerca di correre ai ripari. Gli uomini di governo hanno detto agli imprenditori e agli amministratori milanesi e lombardi quel che immaginavano avrebbero voluto ascoltare. Collaborazione con i privati, leggi e strumenti tali da valorizzare il ruolo metropolitano di Milano, nessun pregiudizio per le amministrazioni rette dal centrodestra: insomma, di tutto e di più.
Quale valore dare a queste promesse, a questi impegni? Senza essere maligni, riteniamo che qualche riserva sia dobbligo.
Aspettiamo i fatti.
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