Roma - Il contrattacco della magistratura non si fa attendere troppo. Mentre il clima politico si fa sempre più teso, i giudici muovono la nuova offensiva contro la presidenza del Consiglio e il governo. Un attacco che passa anche attraverso la facilità con cui la procura di Roma ha liquidato le carte di Santa Lucia che incastravano Fini sulla proprietà della casa di Montecarlo. Se da una parte i pm chiudono un occhio, dall'altro la strategia è serrata: colpire Silvio Berlusconi che, però, assicura che respingerà "l'assalto dei pm politicizzati".
Giudici difesi a spada tratta "Una sede processuale non può essere sostituita da altre sedi a propria scelta, che siano mediatiche o di piazza". Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, è tornato a indicare il processo come "l'incarnazione dello lo Stato di diritto" precisando che "ai giudici si deve rispetto". Non una parola sul fango gettato addosso al presidente del Consiglio nell'inchiesta su Ruby. Non una parola sull'uso strumentale delle intercettazioni, volutamente date in pasto all'opinione pubblica nel tentativo di discreditare il Cavaliere. Non una parola sulle continue aggressioni giudiziarie cui Berlusconi è soggetto ormai da troppi anni. Vietti si è, infatti, limitato a ricordare che "l'attività della magistratura non sottende disegni eversivi" e che l'opera silente delle toghe "merita la stima di chi per condizione è servitore dello Stato". "L’amore per la giustizia - ha spiegato Vietti - deve accomunare giudici e governanti".
Attacchi contro la costituzione "Gli attacchi ai magistrati sono contro la giustizia e la costituzione". L’Anm sceglie il palco della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario per affondare un nuovo attacco al Cavaliere: "Sono contro la giustizia gli insulti, le offese, le campagne di denigrazione di singoli giudici e le minacce di punizione". E, per il sindacato delle toghe, nella stessa direzione vanno "le strumentalizzazioni delle inchieste e l’assurda interpretazione come complotto politico della semplice applicazione delle regole". Cosi come "sono contro la giustizia gli attacchi alla Costituzione e ai principi di autonomia e indipendenza della magistratura", "le iniziative legislative dirette esclusivamente a risolvere singole vicende giudiziarie" e anche "i continui tagli alle risorse e la mortificazione della dignità professionale dei magistrati". Nel mirino dell’Anm anche "l’inerzia e l’assenza di iniziativa dei responsabili politici di fronte alle proposte concrete e costruttive avanzate dagli operatori del diritto per far fronte alla drammatica crisi di funzionamento della giustizia".
La procura di Milano in campo Non si è risparmiata nemmeno la procura di Milano, al centro di fuoriose polemiche per il modo con cui ha portato avanti il caso Ruby. Ancora una volta l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano, hanno detto gli avvocati della camera penale, si è tenuto "in un contesto sociale e politico attraversato da forti tensioni che dispiegano, spesso in modo improprio, le loro energie nell’ambito giudiziario". Facendo un implicito riferimento alle polemiche, i pm milanesi hanno sottolineato che la giustizia è "teatro di uno scontro che non accenna a sedarsi, come vero e proprio campo di una battaglia che da quasi vent’anni, di fatto, paralizza ogni iniziativa di riforma".
Caselli: "La misura è colma" A fare il coro è stato il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, parlando di "misura colma". Intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario, Caselli ha spiegato: "Non la misura della nostra pazienza, l’impopolarità dei magistrati nelle stanza del potere è fisiologica è talora necessaria per una giurisdizione indipendente, la provarono in vita anche Falcone e Borsellino". "Vicina al livello di guardia - ha continuato il procuratore capo di Torino - è al misura della compatibilità con le regole di convivenza istituzionale proprie di un sistema democratico".
Le resistenze corporative Davanti al nuovo assalto della magistratura, però, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha apertamente denunciato "le resistenze corporative" che "ostacolano qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano". Il Guardasigilli ha garantito che il governo non si sottrae "al confronto" purché si tenga conto del richiamo del primo presidente della Corte di Cassazione secondo cui sul tema dell’efficienza della giustizia "nessuno può chiamarsi fuori limitandosi ad additare le colpe altrui". Alfano ha sottolineato come questa "regola", purtroppo, è rimasta spesso inascoltata anche per le resistenze corporative. Secondo Alfano, infatti, "non è mancato l’impegno del governo in materia di giustizia".
Azione che si è concretizzata "in numerose iniziative legislative, spesso approvate a larga maggioranza e talvolta all’unanimità, ed in una costante opera di amministrazione della macchina giudiziaria, fondata sul lavoro quotidiano al servizio della giurisdizione e nell’interesse dei cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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