Sanaa - Offensiva contro al Qaeda nello Yemen. Migliaia di uomini delle forze di sicurezza di Sanaa sono impegnati in un’operazione contro i militanti del gruppo terroristico in tre province del Paese (Shabwa, Maarib e Abyan). Lo hanno riferito le autorità yemenite. Intanto, il ministero degli Interni di Sanaa ha reso noto che negli ultimi due giorni sono stati arrestati cinque elementi di al-Qaeda e altri due uccisi. "L’operazione andrà avanti finché il terrorismo non sarà estirpato dallo Yemen", afferma il ministero in una nota.
Riaprono le ambasciate Gli Stati Uniti hanno riaperto la loro ambasciata nello Yemen, rimasta chiusa per due giorni per la minaccia di attentati terroristici. In un comunicato diffuso sul suo sito internet, l’ambasciata ha precisato che la decisione di riaprire è stata presa all’indomani di una operazione anti-terrorismo condotta dalle forze di sicurezza yemenite a nord della capitale. Anche l’ambasciata britannico ha riaperto al pubblico, sebbene rimangano chiusi l’ufficio visti e i servizi consolari. Altre ambasciate occidentali mantengono alto il livello di guardia. Le ambasciate di Francia e della Repubblica Ceca sono operative ma chiuse al pubblico, mentre quelle di Spagna e Germania hanno ristretto l’accesso.
Rischio nuovo Afghanistan Lo Yemen rischia di trasformarsi in un "nuovo Afghanistan" se le
forze governative impegnate nella lotta contro al Qaeda non fermeranno i
loro "attacchi contro i civili", che sono "sempre più solidali" con la causa della rete
internazionale del terrore: è l’allarme lanciato oggi da Hassan Zaid, leader dei
secessionisti yemeniti del sud.
Dalle colonne del quotidiano panarabo Asharq Alawsat, Zaid afferma che "i civili del
sud dello Yemen sono sempre più solidali con al Qaeda, anche a causa dei continui
attacchi contro di loro portati dalle forze governative" nell’ambito della loro lotta
contro il terrorismo.
Tensioni fra governo Usa e Yemenita La linea dura di Washington contro
il terrorismo in Yemen è alla radice di tensioni diplomatiche con
il governo di San’a, che difende la propria capacità di tenere
sotto controllo la presenza di al Qaida nel Paese. Il ministro
degli Interni yemenita ha commentato la riapertura
dell’ambasciata americana a San’a definendo assolutamente non
necessaria la serrata, durata due giorni. "I cittadini stranieri
nella capitale non corrono rischi e neppure il personale delle
ambasciate», si legge nella nota.
Non è il primo segnale di tensione, questo. Già in precedenza
esponenti yemeniti avevano difeso il governo dall’accusa di non
essere in grado di controllare gli estremisti di al Qaida.
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