«Attenzione a qualità, origine e conservazione»

L'esperto: «La domanda è in ripresa ma i prezzi sono ancora competitivi per chi acquista»

Paolo Stefanato

Il mercato italiano dell'arte paga ancora in parte il dazio della crisi che si è lasciato alle spalle, ma i prezzi convenienti stanno dando nuovi stimoli alla domanda. «L'Italia resta la patria indiscussa di ogni bellezza artistica, è sempre il Paese di riferimento più importante», spiega Giancarlo Graziani, coordinatore del Cestart, Centro studi per l'economia dell'arte.

Certo, il mercato della Penisola è piccolo per dimensioni assolute, se confrontato con quello mondiale stimato non meno di 25 miliardi di dollari. «Nel 2017 il fatturato complessivo delle principali case d'asta italiane è stato di 200 milioni; stimando che il resto del mercato dell'arte valga altrettanto, arriviamo a 400 milioni. Una somma vicina a quanto pagato a New York per il Salvator Mundi».

Qual è la ragione di questo dislivello? La risposta sta in buona parte nella nostra legislazione, che tutela il patrimonio nazionale con l'istituto della «notifica»; una sorta di divieto a esportare un'opera, la carta che impedisce la sua circolazione oltreconfine. «È stato calcolato che una notifica deprezza un'opera del 40%», afferma Graziani. La situazione, tuttavia, sta cambiando: «Per fortuna lo scorso anno i tempi della notifica sono stati prolungati di vent'anni, da 50 a 70». Questo significa che un'opera d'arte ha libera circolazione se ha meno di 70 anni; questo ha permesso ai flussi di vendita di rallentare, e ha portato beneficio a una grande fetta di arte moderna nel nostro Paese.

In quali settori conviene investire? Graziani non ha dubbi: «Gli antichi maestri non tradiranno mai. Meglio scegliere in ambiti come sculture e disegni. In Francia di recente un disegno di Andrea del Sarto è stato aggiudicato a 4 milioni di euro, un record.

Sull'arte moderna in questi anni c'è stata più offerta, quindi i prezzi oggi appaiono più convenienti per l'investitore.

Gli arredi in generale fanno molta fatica, mentre i pezzi rari appartenenti a qualche nicchia trovano sempre compratori. È importante conclude Graziani tenere sempre a mente i tre pilastri di una valutazione: qualità, origine e stato di conservazione. Comprare con criterio è la vera polizza contro qualunque delusione».

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