"Emoji come codice segreto per sesso e droga". L'allarme tra i giovanissimi

Il sistema di comunicazione, ampiamente diffuso tra i giovani inglesi, si sta diffondendo anche in Italia e consente di scambiarsi richieste segrete legate alla droga grazie agli emoji

"Emoji come codice segreto per sesso e droga". L'allarme tra i giovanissimi

Una foglia per la cannabis, un naso per la cocaina, l'alieno per l'ecstasy. Dietro agli emoji che usiamo nelle chat dei tefonini si nasconde un vero e proprio codice dello spaccio. L'allarme arriva dal Regno Unito, dove il sistema criptato è ampiamente diffuso tra i giovani e consente di non essere scoperti né dai genitori né dalle autorità. Del resto, chi potrebbe mai immaginare che dietro a un innocuo messaggino con un quadrifoglio e un fiocco di neve si nasconda una vera e propria richiesta di droga? Eppure i giovanissimi inglesi utilizzano questo meccanismo segreto ma palese per acquistare e spacciare stupefacenti, ma anche per vendere prestazioni sessuali.

La guida agli emoji pericolosi

Per questo le autorità britanniche hanno deciso di diffondere una guida per informare genitori e insegnati sull'uso criptico, che i giovani fanno delle icone digitali per fare riferimento a droghe e sesso. Un vademecum diffuso dalla polizia del Surrey, contea a sud di Londra, per rafforzare la vigilanza su un fenomeno che sta preoccupando il paese e non solo. Si scopre così che un naso, un pupazzo di neve o una pompa di benzina si riferiscono alla cocaina, mentre il cavallo alla chetamina. Mentre una maschera, un robot o un alieno vengono utilizzati per parlare di ecstasy. Più ampia la gamma di emoji utilizzata per parlare di marijuana, rappresentata iconicamente come un cocomero, una caramella, un cane, un ananas e addirittura un limone. Nella guida si mostra come nelle chat non si parli solo dei diversi tipi di droga, ma anche delle modalità di assunzione (pillola o siringa), il livello di "purezza" delle droghe (bomba, fulmine per indicare sostanze forti) fino alle icone legate al sesso (pesca, melanzana, gocce e ciliegie).

Il fenomeno arrivato in Italia

La guida diffusa nelle scuole inglesi e su Facebook dalla polizia del Surrey non deve essere presa, però, come oro colato. Le icone potrebbero non indicare necessariamente che un ragazzo è coinvolto in attività illecite, ma consente comunque di potere monitorare la situazione. In Italia il fenomeno è in circolazione da alcuni anni anche grazie al frequente utilizzo di piattaforme come TikTok e WhatsApp, dove gli emoji la fanno da padrone.

Del resto, l'uso delle icone come codice criptato non è una novità in Lombardia. Nel 2015 le autorità brianzole scoprirono un giro di droga proprio grazie all'uso di messaggi in codice tra pusher e clienti. E già in quel caso gli emoji avevano fatto la loro parte.

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