Fantasie, suggestioni, mezze verità. Notizie non verificate e improbabili rumors. All'indomani delle dimissioni dell'ad Rai Carlo Fuortes, la narrazione di sinistra sul futuro della tv pubblica ha messo in campo una sfilza di indiscrezioni a tinte forti pur di seminare scompiglio. Secondo i progressisti, infatti, il governo Meloni sarebbe ora pronto a fare irruzione a Viale Mazzini per azzerare tutto e imporre un'egemonia di destra su programmi, dirigenti, conduttori e palinsesti. Compagni, tutti pronti alla tele-Resistenza! Chiaramente la realtà dei fatti è ben lontana dalle previsioni scandalistiche paventate da sinistra e proveremo a spiegarvi perché. In Rai infatti cambierà qualcosa, ma non accadrà nulla di diverso rispetto a quanto avvenuto in passato a ogni cambio di dirigenza.
L'ipocrisia di sinistra sugli avvicendamenti in Rai
Certi avvicendamenti, peralto, sono pure comprensibili: va ricordato infatti che il Ministero dell'Economia e delle Finanze è azionista di maggioranza della radiotelevisione pubblica. E da sempre nella storia della Rai si sono susseguiti ciclici cambiamenti ai vertici, spesso proprio in concomitanza con l'arrivo di un nuovo governo. Era accaduto con gli esecutivi di sinistra e, più recentemente, con quello guidato da Mario Draghi (che aveva espresso il proprio placet alla nomina di Carlo Fuortes). Chissà perché, in quei casi i progressisti non si erano stracciati le vesti né avevano gridato alla lottizzazione del servizio pubblico. Ora invece, siccome a palazzo Chigi c'è la Meloni, ecco che una fisiologica turnazione viene raccontata come una sorta di assalto alla dirigenza. Pardon, diligenza.
L'improbabile indiscrezione su Amadeus
Per rendere il tutto ancor più sconvolgente, qualcuno ha pure iniziato a far circolare inattendibili indiscrezioni come quella su Amadeus. "Circola la voce che la nuova dirigenza potrebbe chiedergli di fare un passo indietro" sulla prossima edizione di Sanremo, si legge stamani su Repubblica. Ammazza, addirittura. Secondo il quotidiano, i futuri vertici Rai vorrebbero imporre al presentatore di condurre la kermesse rinunciando però alla direzione artistica. Ma la prospettiva è alquanto surreale, se non addirittura fantasiosa. Amadeus ha infatti siglato un contratto blindatissimo che va onorato e dalla sua ha anche gli indiscutibili risultati positivi dei suoi Festival. Difficile e controproducente pensare a un suo "dimezzamento", come lo ha definito Repubblica.
"Amadeus sta già lavorando al festival da mesi, il suo contratto prevede la piena assegnazione della conduzione e della direzione artistica. È un professionista serio e nessuno gli chiederà un passo indietro", ci spiega una fonte interna alla Rai che ben conosce le dinamiche televisive e aziendali. Piuttosto, è più realistico pensare che la futura dirigenza scelga nuovi direttori in grado di controllare meglio il prodotto, affinché non si ripetano autogol come quello del monologo politico pronunciato da Fedez a Sanremo. Nelle ultime ore, poi, c'è chi ha ipotizzato "epurazioni" a raffica per i conduttori progressisti, inciampando però in imbarazzanti smentite.
"Annunziata a rischio", "No, intoccabile"
Sempre secondo Repubblica, infatti, Lucia Annunziata sarebbe a rischio nella nuova Rai "meloniana". Il Corriere, al contrario, spiega che la conduttrice è "intoccabile". E in effetti ci risulta che nessuno abbia intenzione di sostituire l'ex presidente di Viale Mazzini, il cui nome sarebbe già presente nelle bozze dei prossimi palinsesti. "A incidere sulla nuova programmazione saranno la qualità dei programmi e i loro costi, ma anche gli ascolti", ci spiega la nostra fonte Rai, sottolineando che alla fine sono proprio i telespettatori a decretare il successo o il fallimento delle trasmissioni e dei loro conduttori. In questo senso, sembra destinato a uscire di scena Marco Damilano, arrivato su Rai3 tra le polemiche (in quanto esterno all'azienda) e ancora oggi al centro di critiche proprio per gli ascolti insoddisfacenti della sua rubrica quotidiana orientata a sinistra.
Il contratto di Fabio Fazio
Un capitolo a parte lo merita poi Fabio Fazio, sul quale circolano rumors di un trasloco su Discovery. La verità è che il contratto del conduttore è in scadenza e dunque si apriranno ampie riflessioni con quest'ultimo per capire il da farsi. Nulla è ancora deciso, ma un suo eventuale addio al servizio pubblico sarebbe raccontato da sinistra come una cacciata.
Chi conosce l'azienda di Viale Mazzini e i suoi meccanismi, però, ha un approccio ben più disincantato: "Rinnovamenti e riequilibri ci sono sempre stati. I palinsesti sono anche fatti per essere cambiati con nuove proposte: tanto poi l'ultima parola spetta al pubblico sovrano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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