Apostolico pizzicata senza casco, le bestie di Hamas e Formigli: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: i corpi a pezzi dei bambini nel Kibbutz, il rischio per Israele a Gaza e la giudice senza casco

Apostolico pizzicata senza casco, le bestie di Hamas e Formigli: quindi, oggi…
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- Mi ha telefonato un collega da Israele, in lacrime. Piangeva senza potersi fermare: aveva appena finito di visionare i video dei bambini e dei neonati decapitati dai miliziani di Hamas. Decapitati, capito? Le teste mozzate, staccate dal collo. I corpicini spezzettati, mutilati, devastati. “Hanno cercato di ricomporli, ma non riuscivano a capire a chi appartenesse cosa”. Bestie.

- E dico "bestie" per un semplice motivo. Noi non siamo quelli secondo cui basta gridare “pace” ad una marcia per pensare di averla davvero. Se il mondo da millenni procede per conflitti, un motivo ci sarà. In un modo o nell’altro è la natura dell’uomo scannarsi per religione, terreni, ideologie. Però ci devono essere dei limiti, anche nella guerra. E quel limite dovrebbero essere i bambini, gli unici che non hanno nessuna colpa, che non possono in alcun modo rappresentare il motivo - per quanto futile e inutile - che sta alla base di ogni conflitto.

- Sono proprio curioso di sapere se domani La Stampa metterà in prima pagina la foto dei bambini mutilati da Hamas o sceglierà ancora una vittima dei bombardamenti israeliani.

- Faccio ricorso alla memoria per ricordare un articolo che scrissi più di un anno fa, poco tempo dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Raccontai le chat dell’orrore in cui russi e ucraini, senza distinzione alcuna, condividevano le immagini e i video dei corpi sbrindellati dei soldati. In guerra non c’è umanità, è un continuo fallo di reazione: io vedo il mio nemico che mutila i miei conterranei e farò lo stesso con lui, il quale vedrà quel video e ricambierà il favore. È un eterno cane che si morde la coda, quasi impossibile da fermare.

- Non nutro grandi simpatie per Corrado Formigli, il cui partigianismo giornalistico è secondo solo a quello dell’autore di questa rubrica (solo che io l’ammetto). Però oggi scopro che soffre di emicrania, un male tremendo - lo so perché condividiamo lo stesso dramma - che ti distrugge la vita, “te ne godi solo un pezzo, sei un invalido”. Ha ragione da vendere e forse se ne parla troppo poco. Perché non è il classico mal di testa, vecchia scusa per evitare di concedersi al marito o alla moglie. Sono “crisi lancinanti” che “impediscono di fare qualsiasi cosa”.

- Iolanda Apostolico pizzicata da Rete 4 a Catania. Indovinate come? Indovinate con chi? Col marito, ovviamente. In strada. Su uno scooter. Piccolo problema: il magistrato che giudica gioie e dolori degli altri, quella che definisce illegittimo un decreto del governo e va in piazza a protestare coi migranti, non indossava il casco. Anche i più integerrimi sono peccatori come noi. Ahi, ahi…

- Io non so se “l’assedio totale” di Gaza, come ipotizza qualcuno, sia una “punizione collettiva illegale” e “un crimine di guerra” di Israele. Per farlo diventare tale, aspettiamo che effettivamente passino alcuni giorni e che la cosa si concretizzi: ad oggi mi pare essere più uno strumento di pressione. Per ora di certo ci sono solo i bimbi massacrati da Hamas: se Israele dovesse davvero far morire di stenti i civili di Gaza, cosa che non mi auguro, allora sì: torneremo a parlarne.

- Gli Usa per ora non sembrano in grado di “fermare” Tel Aviv. Per quanto l’Onu e l’Ue stiano invitando Israele ad avere “reazioni proporzionate” (poi mi spiegherete cosa vuol dire) e a non proseguire "l'assedio totale", mi pare che il punto sia tutto nelle dichiarazioni di ieri sera dell’ex direttore dei servizi segreti israeliano: Netanyahu vuole “distruggere” Hamas, anche a costo di rimetterci i suoi ostaggi. Figuratevi se si interessa dei civili palestinesi.

È sbagliato, sia chiaro: non sto dicendo sia giusto, ma è la banale logica bellica. “Non possiamo più permetterci di avere un nemico così al confine”, dice Jacob Perry: perché mille morti ammazzati sono mille morti ammazzati.

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