Autovelox, la mossa del Viminale per bloccare lo tsunami di ricorsi

Dopo il lungo dibattito sull'approvazione e l'omologazione dei dispositivi, arriva un chiarimento del dipartimento per l'amministrazione generale del Ministero degli Interni: ecco cosa cambia

Autovelox, la mossa del Viminale per bloccare lo tsunami di ricorsi
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Nei mesi scorsi si è parlato tanto di "approvazione" e "omologazione" degli autovelox. Secondo alcune sentenze della Cassazione, infatti, i due termini non sono equiparabili. In sostanza è stato evidenziato che mentre un procedimento di omologazione ha delle norme tecniche di riferimento che regolano i controlli svolti per accertare l'efficacia di un determinato apparecchio secondo le prescrizioni del Codice della Strada, l'approvazione non ha termini a cui riferirsi. In sostanza, secondo i giudici, soltanto le multe comminate con autovelox omologati sono da ritenersi legittime.

Questo ha portato a una lunga serie di ricorsi. Sono stati centinaia gli automobilisti che nelle dovute sedi hanno contestato le sanzioni ricevute. La situazione è arrivata a un punto tale che molti Comuni e diversi enti che gestiscono le strade hanno deciso di spegnere i rilevatori di velocità per timore di ricevere altre constestazioni di multe.

A dare una svolta, riportando ordine, è stata una recente circolare del dipartimento per l'amministrazione generale del ministero dell'Interno. Nel documento, inviato lo scorso giovedì alle Prefetture, viene fatto un rimando a un parere dell'Avvocatura generale dello Stato. Secondo il pronunciamento, che riporta la data del 18 dicembre 2024, vi è una sostanziale omogeneità nelle procedure tecnico amministrative alla base dell'omologazione e dell'approvazione. Entrambi i procedimenti, infatti, servono a "verificare che l'apparecchio sia utile allo scopo e sia conforme alle esigenze di misurazione e accertamento, mirando, pertanto, al medesimo risultato pratico". In entrambi i casi, inoltre, si va a controllare il prototipo dei dispositivi, non il singolo dispositivo. La competenza va sempre alla stessa autorità, che è il ministero delle Infrastrutture. Tale dicastero equipara i sistemi di approvazione e omologazione, come sottolineato già nell'aprile e nel novembre del 2020.

La circolare ministeriale 995 del 23 gennaio 2025, in sostanza, va drasticamente a ridimensionare la mole dei ricorsi che negli ultimi mesi ha invaso le Prefetture. Probabilmente ciò potrebbe dare origine a dei contrastri, dal momento che chi presenta ricorso si avvale delle sentenze della Cassazione. In questo caso diviene decisivo "rappresentare in sede di giudizio la piena omogeneità tra le due procedure, sostanziando la prospettazione con elementi, in particolare documentali, che non sono stati esaminati dalla Corte, in quanto non depositati nei relativi giudizi". Ecco perché, già in sede di giudizio di primo grado, è importante depositare la documentazione che attesta l'approvazione dello strumento di rilevazione di velocità.

Per portare infine chiarezza, è stato istituito un

tavolo tecnico, a cui parteciperanno rappresentanti del ministero degli Interno, dell'Anci e del ministero delle imprese e del Made in Italy, per definire una volta per tutte le procedure di omologazione.

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