La bandiera di Israele e l'inno di Mameli: così Muccino strizza l'occhio a Ghali

Polemiche per il comunicato dell’ad Rai sulla vicinanza a Israele. Arriva anche il plauso di Di Battista: “Bravissimo”

La bandiera di Israele e l'inno di Mameli: così Muccino strizza l'occhio a Ghali
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Il Festival di Sanremo 2024 è ormai alle spalle, ma le polemiche non si placano. A incendiare il dibattito ci ha pensato il rapper Ghali, che dopo l'esibizione nella serata finale della kermesse canora ha preso la parola per dire la sua sul conflitto in Medio Oriente:"Stop al genocidio", un riferimento alle (presunte) responsabilità di Israele a Gaza. Ieri, nel corso di "Domenica In", è stato letto un comunicato dell'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio contenente un messaggio di vicinanza allo Stato ebraico contro le parole pronunciate dell'artista dal palco dell'Ariston. In soccorso di Ghali sono intervenuti diversi volti di spicco del mondo dello spettacolo, a partire da Gabriele Muccino.

Non nuovo a sortite social, il regista cinematografico ha scelto il suo profilo Instagram per schierarsi al fianco della voce di "Casa mia". Muccino ha infatti postato la foto della bandiera israeliana accompagnata in sottofondo dall'inno di Mameli. Un messaggio forte e chiaro da parte di chi ormai da ormai mesi denuncia le bombe su Gaza e le morti tra i civili palestinesi. Una presa di posizione che ha incassato il "mi piace" dal profilo ufficiale dei Negramaro, ma non solo. Anche Alessandro Di Battista ha dichiarato pubblicamente il suo apprezzamento con un commento: “Bravissimo”, il plauso dell’ex pasionario del Movimento 5 Stelle.

Come anticipato, Muccino non è l'unico artista ad aver sostenuto Ghali via social. In una storia pubblicata su Instagram, Levante ha denunciato come "in tv è successa una cosa spiacevole, quando davanti a milioni di telespettatori ci si è scusati con un rappresentante di Israele per aver espresso un desiderio di pace e di fermare un genocidio che sta avvenendo tutti i giorni sotto i nostri occhi e di cui si parla troppo poco". Poi, pubblicando due foto con i volti disperati di bambini di Gaza, ha aggiunto: "Se un Ghali sale sul palco e dice 'stop al genocidio', se Dargen d'Amico sale sul palco e parla di temi importanti che ci riguardano tutti, sono in due, come me siamo in tre, ma dopo di che? Fanno tutti finta di niente. C'amu a fari?", ossia "cosa dobbiamo fare" in dialetto siciliano.

Muccino non ha mai fatto mistero sulle sue posizioni sulla situazione in Medio Oriente. Dai rischi della possibile escalation del conflitto nel Mar Rosso (“l’Italia entra in guerra”, il suo giudizio) alle violenze a Gaza, passando per il delirio complottista su quanto accaduto il 7 ottobr: una valanga di post sui suoi profili social per stimolare il dibattito.

Le polemiche non sono venute meno, tanto da spingerlo a prendersi una pausa per “gli insulti un po’ troppo pesanti” e per la stanchezza di vedere attorno a sé “persone, colleghi, giornalisti che la pensano come me ma non hanno il coraggio di dirlo ad alta voce”. Ebbene, la pausa è finita.

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