Biden ci ha censurato, rivoluzione migranti e Telegram: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: l'ipocrisia sul caso di Pavel Durov, sui migranti avevamo ragione noi e l'Autonomia differenziata

Biden ci ha censurato, rivoluzione migranti e Telegram: quindi, oggi…

- Secondo Angelo Bonelli l’Italia starebbe contribuendo a bombardare Gaza perché alcuni dei cannoni montati sulle corvette israeliane sarebbero state fabbricate da Leonardo. Il sistema sarebbe il seguente: “Israele ha chiesto di acquistare i sistemi da guerra dal governo degli Stati Uniti d'America; Washington li ha comprati dal gruppo italiano e li ha dirottati a Tel Aviv che poi li impiega contro Gaza. Quindi quei morti rimangono sulla coscienza anche del governo italiano, poichè Leonardo S.p.A. è una società italiana il cui maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle finanze italiano, che possiede circa il 30% delle azioni”. Ora. Il punto è che se produci armi non puoi pensare che vengano usate per arare i campi. Le armi si usano in guerra, giusta o sbagliata che sia. Comprendo la necessità di non vendere munizioni ai nemici, il che sarebbe idiota. Però se il mercato degli armamenti esiste bisogna pur fare di necesità virtù. Altrimenti bisogna chiudere baracca e lasciare il mercato.

- Dopo l’attentato di Solingen, la proposta dei liberali tedeschi e della Spd sarebbe la seguente: vietato portare in pubblico coltelli con una lama oltre i 6 centimetri. Allora, amici miei. Uccidere è un reato, peraltro il più grave di tutti. Eppure l’esistenza di un divieto stringente come questo non impedisce a terroristi e folli di ammazzare chicchessia in decine di modi: in auto, con una bomba, a pistolettate, accoltellandoli. Capisco l’esigenza del governo tedesco di dare una risposta ai tanti attentati con arma bianca, ma vietare a un jihadista di girare con un coltello non gli impedirà di farlo. Al massimo permetterà alla procura di accusarlo, oltre che di omicidio, anche di porto d’armi improprio. Insomma: la risposta del ministro tedesco è comoda per titolare i giornali, ma perfettamente inutile. L’unica soluzione, a cui pare ormai siano arrivati anche i politici di sinistra, da Lula a Kamala Harris, passando per Macron e Olaf Scholz, è quella di ridurre l’immigrazione di massa. Che produce irregolarità, degrado e in diversi casi anche terrorismo.

- La Germania ha capito che la politica del “ce la faremo” di Angela Merkel era una follia. Mi attendo che tutti quelli che la sponsorizzavano, elevando Angela a madrina dell’Ue, mentre altri ne denunciavano i rischi, si ricredano di fronte ai 13 arresti per legami con l’Isis, alla radicalizzazione strisciante, al milione di immigrati, all’attentato di Solingen, agli stupri di Colonia e alla strage del mercatino di Natale. L’accoglienza senza regole non è una favola, ma un incubo. E non per razzismo, ma per puro realismo: accogliere ed integrare è sacrosanto, ma nessun tessuto sociale e culturale può riuscirci senza una giusta distribuzione delle quantità. “È responsabilità delle autorità pubbliche - diceva a suo tempo Wojtyla - esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune. L’accoglienza deve sempre realizzarsi nel rispetto delle leggi e quindi coniugarsi, quando necessario, con la ferma repressione degli abusi”.

- Breve riassunto. Lula in Brasile stringe le maglie dell’immigrazione. Olaf Scholz in Germania fa lo stesso. Kamala Harris in pratica copia le idee di Trump per provare a battere Trump. Emmanuel Macron da tempo a Ventimiglia ci ha spiegato che non intende aprire le porte a tutti. Adesso, signori: ci potete dire che avevamo ragione noi, oppure no?

- Leggo che Amnesty International si schierò al fianco di Pavel Durov quando la Russia prese di mira il suo social network, VK, perché mr Telegram si rifiutò di dare i contatti degli ucraini che avevano partecipato ad Euromaidan. Allora venne descritto come un paladino della libertà di espressione. Ora che invece il “regime” ad arrestarlo è quello democratico francese, Amnesty se ne sta zitta zitta. Tra i capi di imputazione dei pm di Parigi c'è anche “l’essersi rifiutato di fornire alle autorità i dati richiesti o i documenti necessari per le intercettazioni autorizzate dalla legge”. Mettiamoci d’accordo: se Durov era un santo a rispondere picche a Putin che voleva i dati dei suoi utenti, deve esserlo anche se si rifiuta di consegnarli alla giustizia francese. Non possiamo definire la libertà di parola e il rispetto della privacy in base a chi detiene il potere. Perché questa si chiama ipocrisia, non libertà.

- A proposito di libertà, la notizia più clamorosa di oggi è senza dubbio questa: Mark Zuckerberg ha fatto sapere che la Casa Bianca durante la pandemia da Covid-19 avrebbe fatto “pressioni affinché censurasse alcuni contenuti”. "Nel 2021 alti funzionari dell'Amministrazione Biden hanno ripetutamente fatto pressione sui nostri team per mesi affinché censurassero determinati contenuti sul Covid-19, tra cui umorismo e satira, e hanno espresso il loro forte disappunto quando non eravamo d'accordo", ha affermato mr. Fb. "Credo che la pressione del governo fosse sbagliata”. Dunque era tutto vero, quello che denunciavamo. Ovvero che in nome di un bene superiore (“proteggere la salute e la sicurezza pubblica”, rivendica lo staff di Biden), siamo arrivati addirittura a censurare la satira. Un controllo massivo sulla libertà di espressione, su indicazione del potere politico, peraltro senza un decreto giudiziario o chissà quale indagine. Ditemi: esattamente, a questo punto, cosa ci differenzia da Putin?

- L’idolo del giorno è un signore di 40 anni che a Como si è presentato alla porta principale della questura e, palesemente sbronzo, ha preteso la restituzione di un mazzo di chiavi che, a suo dire, gli era stato sequestrato dalla polizia. Il problema è che i poliziotti non avevano un bel nulla e lui ha cominciato a rovesciargli addosso insulti, calci e pugni. Risultato: il 40enne ha trovato le chiavi, ma quelle del carcere. Genio.

- Sono sempre stato un grande fautore del diritto della Chiesa, nella sua espressione della Cei, di commentare qualsiasi cosa riguardi il Paese. Anche di fare politica, se ritiene. Dunque quando Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Ionio, vice di Zuppi, sostiene che “l’autonomia differenziata" è "il cavallo di Troia per creare due Italia: una prospera, l’altra abbandonata a se stessa” è libero di farlo. Come noi, fedeli sì ma anche un po’ pecorelle nere, siamo liberi di far notare a Sua Eccellenza che sta affermando una grandissima scemenza. Primo: Nord e Sud sono già divisi, in questo caso con i primi che versano le tasse per mantenere anche i secondi. Non vi è alcun “pericolo mortale” nel conferire a chi vuole autorità e risorse.

Semmai sarebbe ora che le Regioni del Sud mollassero il vittimismo frignone e si rimboccassero le maniche. Se Calabria&co sono arretrate rispetto a Lombardia ed Emilia non è colpa di Zaia o Bonaccini. Ma dei meridionali.

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