Bonus, compensi e benefit: ecco quanto verrà pagato Carlos Tavares per il 2024

Una cifra non indifferente, per un manager a cui viene imputata una pessima gestione dell’azienda

Bonus, compensi e benefit: ecco quanto verrà pagato Carlos Tavares per il 2024
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Carlos Tavares, che ha lasciato la carica di amministratore delegato di Stellantis lo scorso 1 dicembre, riceverà poco meno di 23,1 milioni di euro di compensi complessivi relativi al 2024 (il 37% in meno rispetto ai 36,494 milioni che ha percepito nel 2023) e una buonuscita totale di 12 milioni, che sarà pagata nel 2025.

Più nel dettaglio, stando a quanto emerge dalla relazione annuale 2024 del gruppo, Tavares, per il 2024 non riceverà alcun bonus legato alle performance ma per il suo ultimo anno alla guida della società intascherà appunto 23,085 milioni, di cui 2 milioni di salario base, fringe benefits per 71.224 euro, incentivi di lungo termine per 20,5 milioni (di cui 10 milioni per avere raggiunto la milestone relativa alla Transformation e 10,514 milioni per altri incentivi, pagati in azioni) e benefit post pensionamento per 500.000 euro. Non riceverà incentivi di breve termine (quota che l’anno scorso era ammontata a 5,78 milioni, mentre gli incentivi di lungo termine nel 2023 si erano attestati a 26,125 milioni). Per quanto riguarda la buonuscita di 12 milioni totali, che tiene conto delle milestone che erano state fissate per il 2021-2025, a Tavares andranno 2 milioni di euro di indennità di fine rapporto e 10 milioni legati al raggiungimento della seconda milestone prevista. Per il raggiungimento della prima aveva ricevuto 10 milioni a marzo 2024, mentre i 10 milioni previsti per la terza milestone non saranno corrisposti poiché il relativo obiettivo di performance non è stato raggiunto. Infine, a gennaio 2026 Tavares riceverà 800.000 azioni della società (non aggiuntive e già conteggiate negli incentivi di lungo termine).

Niente male per un manager cui viene imputata una pessima gestione dell’azienda e gran parte della responsabilità per un 2024 “di cui non si può essere orgogliosi", come lo ha definito pochi giorni fa il presidente di Stellantis, John Elkann. I ricavi netti sono scesi del 17%, l’utile netto è crollato del 70% e i dividendi agli azionisti sono stati più che dimezzati da 1,55 euro a 68 centesimi per azione ordinaria. Durante la gestione dell’ex ad si erano inoltre ridotte ai minimi termini le relazioni del gruppo con l’Uaw il potente sindacato dei metalmeccanici americani, e anche quelle con i concessionari Usa che hanno criticato aspramente le strategie commerciali del gruppo a causa dei listini troppo alti e del degrado dei marchi, accusando l'azienda di aver preso decisioni di breve termine che hanno ridotto le quote di mercato e danneggiato Jeep, Ram, Dodge e Chrysler. Tanto che l’Uaw ha parlato di speculazione sui prezzi e di non rispetto dei contratti sindacali.

A poco è servito riorganizzare, ad ottobre, il vertice nordamericano sostituendo il responsabile di mercato, Carlos Zarlenga, e la direttrice finanziaria, Natalie Knight. Il motivo principale della rottura tra Tavares e gli azionisti, da Exor al governo francese, sarebbero stati proprio i deludenti risultati ottenuti in Nord America, una regione strategica per i profitti del gruppo.

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